RECENSIONE a cura di Edoardo Todaro
Crisi climatica e crisi ambientale? Domande che trovano risposte interessanti con Giuseppe Festa ed il suo “ Una trappola d’aria “. Possiamo incontrare i “ Legionari per la terra “ gruppo ultra ambientalista; il poliziotto depresso, ed invalido, che corre a precipizio verso il suicidio; la biologa marina esperta di animali marini e naturalista doc. Il primo, facile e scontato capro espiatorio degli avvenimenti che si susseguono in due minuscole isole norvegesi che hanno un lungo e buio inverno e che si ritrovano con due omicidi in 4 giorni; Il secondo che impersonifica il malessere umano e che ha un suo metodo di investigazione: interrogare il sospettato nel suo ambiente di modo che si senta più sicuro, la terza eletta a risolutrice dei problemi che si susseguono quotidianamente. Interessante ed allo stesso tempo attraente la descrizione che ci viene fatta di ambienti ai più di noi sconosciuta: i fiordi; le pareti a picco delle/dalle montagne; le baleniere; gli addetti al porto; la lavorazione dello stoccafisso; la caccia alle oche; panorama mozzafiato; vette appuntite che graffiano il cielo; la “ nebbia fantasma “, fenomeno tipico delle mattine serene di autunno; boschi di betulle; e gli animali: la renna; l’alce; il gufo della Lapponia Ma di sicuro, elemento centrale di questo noir, gli omicidi, l’assassinio del comandante della baleniera ….. arpionato vivo; ed un cacciatore assassinato con un richiamo cacciato in gola. E quindi restando al noir: la vede giusto il poliziotto Marcus Morgen, assillato dalle controversie della vita e che si fa prendere dalle emozioni altrui; che non crede alla pista del serial killer visto che non c’è la ritualità dei gesti e che è solo e soltanto pieno di odio, al punto che fa agonizzare le vittime …. un odio inspiegabile. Ma c’è in tutto questo un filo che unisce; un folle gioco delle parti: le violenze in famiglia e le violenze sugli animali.