PERDENTI
L’omicidio di un poliziotto, gli agenti pronti a tutto pur di sbattere in galera il colpevole, e un indiziato che ha minacciato di morte la vittima poche ore prima del delitto e che, soprattutto, non ha un alibi. Non c’è niente che l’avvocato milanese Lorenzo Ligas ami di più di un caso impossibile con un finale già scritto dagli inquirenti. Una sfida giocata sul filo del rasoio è tutto ciò che chiede in uno dei momenti peggiori della sua vita. Ligas è un eccellente professionista, ma ormai l’esistenza serena che gli pareva di avere di fronte si è irrimediabilmente ingarbugliata. Guardandosi indietro non sa dove siano andati a finire il marito innamorato, lo studente brillante divenuto socio di uno studio legale avviato, il padre presente. Forse in fondo all’ultimo bicchiere che si è scolato o nell’ennesimo incontro su Tinder che lo ha lasciato ancora più solo. Ora, però, ha la possibilità di riscattarsi: difendere Jack Zero, ex popstar e meteora della televisione italiana, cocainomane e colpevole ideale, è il modo per dimostrare alla ex moglie e ai suoi soci, ma soprattutto a se stesso, che vale ancora qualcosa. Una serie di false piste, di testimoni inattendibili e una Milano tutt’altro che ospitale lo porteranno a smontare i pregiudizi che la polizia ha costruito intorno al suo cliente e a scavare più a fondo. E, per una volta, quella fragilità che da anni mina la sua vita sarà la chiave per scoprire l’amara verità che si cela dietro al delitto. Gianluca Ferraris ha creato un nuovo personaggio, una voce caustica e dissacrante, un uomo pieno di contraddizioni e schiacciato dai rimorsi, ma anche un’anima con una sua purezza.
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RECENSIONE a cura di Edoardo Todaro

Da Michele Navarra a Valerio Varesi; da Gianrico Carofiglio a Claudio Rea; il legal thriller, effetto collaterale del noir che mostra il degrado umano, sociale, cuturale di una società allo sbando, si impatta con Gianluca Ferraris e l’avvocato Ligas. Intanto a chi si ispira Ferraris? Domanda retorica, con risposta, per certi versi scontata: a Scerbanenco ed a Milano, una grande metropoli che sta affondando. Milano con la sua periferia composta da bar frequentati da tossici da slot,  da case costruite da palazzinari senza scrupoli cioè immobiliari arricchiti che abusano di lampade abbronzanti, con pensionati dall’aria sconfitta e muratori nordafricani a fine turno, la Milano da bere fatta di papponi obesi che si accompagnano con modelle d’oltrecortina .Una Milano divisa tra un oggi “ disperato “ ed un passato che non deve tornare, una Milano stanca in una società stanca, una società attraversata dalla rabbia di chi non ha più niente che se non ha più nulla da dare non ha nulla da perdere, perché “ … la povertà è come la tosse che non puoi nasconderla a lungo.  Un avvocato a cui francamente risulta difficile affidarsi, visto il suo stile di vita sempre ai margini, un avvocato, anzi un ubriacone penalista, un “ azzeccagarbugli “ da cui stare alla larga. L’avv Ligas che condivide il suo studio con un fiscalista, Michele, un civilista, Paolo. Un avvocato,separato, alcoolista e per questo alla continua ricerca della possibilità di riabilitarsi, sull’orlo dell’abisso professionale e familiare, che vive tra bar e tribunali, che non sopporta i social, che si pone ideologicamente contro il carcere in quanto luogo non rieducante, incompatibile alla società in cui vive visto che questa, disprezzando  la libertà  non può portare niente di buono, ripudiato e messo fuori gioco dai suoi collaboratori, che proprio per la sua professione deve frugare la psiche altrui e incontra, per incarichi di lavoro il nuovo fenomeno del pop italiano: Giacomo alias Jack Zero, un cocainomane dimenticato da tutto e tutti, in parabola discendente dopo aver toccato il punto più altoe finito in un guaio più grosso di lui. Una sua discesa che lo fa coincidere con un poliziotto assassinato. Un fenomeno abbandonato da qualsiasi alibi ed a cui rimane solo il movente. Un poliziotto assassinato? Il colpevole subito ! Trovare un colpevole non il colpevole. E che fare di fronte ad una società che si sta avvelenando di un veleno difficilmente estirpabile come il risentimento e l’astio. Comunque un avvocato che ragiona e si domanda sul come rapportarsi di fronte ad una normale quotidianità che porta a gesti estremi, che deve correre a salvare quanto sta facendo prima che tutto deragli, ed avere come priorità il tenere testa a rimpianti e rimorsi. Perplessità che portano l’avvocato Ligas a far suo il 1) il “ ragionevole dubbio “ di statunitense provenienza, “ se le domande non sono mai sbagliate …. lo sono le risposte”, un approccio dubitativo rispetto alla realtà, con troppi se, troppi forse, troppi magari; 2) rapportarsi con le statistiche ufficiali che dicono che poco più dell’80% degli omicidi è effettuato da qualcuno che la vittima conosce bene : dai parterns ai parenti.  La sua filosofia di riferimento? “ Non condannare un reato ma punire un reo, visto che per un reato si può scontare una pena mentre si è rei per sempre “ Direi che il titolo “ PERDENTI “ è l’elemento di riferimento, perdenti che con la loro determinazione si riscattano da eventi non solo contrari ma sicuramente che fanno retrocedere chiunque dalla fantomatica scala sociale. I perdenti di cui l’avvocato Ligas è soggetto di riferimento ci attendono a nuove avvincenti storie e noi siamo pronti a leggerle.

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