Brucia l’aria
Durante l’estate del 1990 un gigantesco incendio ha divorato buona parte del litorale di Torre Languorina, terra di nessuno all’estremità più orientale di un Salento lontano da qualsiasi traiettoria turistica. Tra i resti bruciati dell’immenso falò viene rinvenuto un cadavere, che le autorità registrano subito come il responsabile del disastro: si tratta di Livio Caraglia, pompiere locale dai trascorsi ambigui. Per alcuni un eroe, per altri un estortore locale in odore di mafia. Dopo vent’anni sono i suoi figli a fare i conti con la cenere di quel passato. Rocco Caraglia, il maggiore, si sforza di rigare dritto, dopo aver scontato una lunga detenzione per l’omicidio di un finanziere mentre era alla guida di un camion che trasportava sigarette di contrabbando. Gaetano, ancora minorenne, non accetta che il fratello rispetti la legge e frequenta il suo vecchio socio, Pilurussu, con cui sogna di cambiare il proprio destino scommettendo sui combattimenti di cani. Rocco e Gaetano convivono nella decadente masseria di famiglia, accudendo la madre malata con l’aiuto di Nunzia – primo amore mai dimenticato di Rocco, che ora è madre, e moglie di una guardia giurata. Il distacco è avvenuto negli anni della prigione, ma adesso che Rocco sembra deciso a restare dentro il perimetro della legalità anche per Nunzia non è facile incontrarlo ogni giorno senza sentire rinascere quell’amore interrotto… Quando Precamuerti, un vecchio capobastone della Sacra corona unita, fa ritorno dalla latitanza, deciso a riorganizzare il mandamento provinciale, i fragili equilibri su cui si regge la comunità collassano. Noir e western confluiscono in un gotico meridionale aspro e potente, crudo eppure aperto ai sentimenti. Ogni frase è specchio dei conflitti, dei paradossi e delle contraddizioni di quel Mezzogiorno che Omar Di Monopoli racconta con ironia, sincerità e rigorosa precisione delle immagini.
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Anni Novanta. Estate. Un non precisato paese nel triangolo compreso tra la provincia di Bari, Brindisi e Taranto. Una provincia in cui le alternative lavorative sono al di sotto dello zero e dove la microcriminalitá cerca di farsi notare aspirando all’affiliazione alla Sacra Corona. In questo contesto si muovono i protagonisti di Brucia l’aria di Omar di Monopoli. Innanzitutto Rocco e Gaetano, 2 fratelli marchiati prima dalla corruzione del padre, poi dalla condanna per omicidio di Rocco. Proprio quest’ultimo riuscirà a evitare la recidiva lavorando in una ditta di distribuzione dell’acqua. Al contrario Gaetano, suo fratello minorenne, è invece attratto dal crimine come veicolo per guadagni rapidi. A loro si affiancano altre figure come quella di un aspirante boss, che cercherà con ogni mezzo di affrancarsi e quelle positive di donne come Nunzia e la Vedova che sembrano quasi le voci sapienti o della coscienza di questa realtà. L’autore da sempre affronta le problematiche legate alla Puglia e lo fa con un occhio attento e aderente alla realtá. Non a caso spesso nei suoi libri sono presenti eventi realmente accaduti e che purtroppo cadono nel dimenticatoio. La bravura di Di Monopoli é evidente sia nell’uso del linguaggio ricercatamente dialettale, che nel coinvolgimento corale delle voci di strada, escamotage inserito con capitoli in corsivo che danno davvero la sensazione di trovarsi “in mezzo alla gente” per ascoltare la loro voce. L’autore é stato capace di condensare in appena 200 pagine, un universo di temi che vanno dalla lealtà al tradimento, dal senso del dovere alla totale irresponsabilità, dall’amore verso la famiglia al disinteresse verso la vita. Davvero delle belle pagine cui dedicare attenzione.

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