Madre dolore
Mirco Del Gaudio, ex pugile e attuale capo del Commissariato di Scampia, è uno spirito inquieto. Si barcamena fra l’amore e l’odio per il suo lavoro (e per i suoi colleghi), un matrimonio fallito e la sensazione di non dedicarsi abbastanza alla figlia. Quando si ritrova davanti al cadavere di una donna che si è suicidata in seguito alla morte del figlio, il commissario capisce subito che dietro quel gesto estremo si nascondono altre verità e altri segreti. E infatti, seguendo il suo fiuto da sbirro, finirà per immergersi negli abissi di un mondo misterioso, in cui l’assenza di speranza si trasforma in dipendenza dall’illusione. Una storia a tinte gialle che ruba il fiato al lettore fino all’ultima pagina. Un protagonista fuori dagli schemi, autentico, dolente, di cui è impossibile non innamorarsi.
La prima inchiesta del commissario Del Gaudio

Le parole possono essere in uno spartito per un testo musicale, oppure come per un possibile libro. Daniele Sanzone coniuga i due aspetti ed oltre ad essere cantante degli ‘A67 è anche l’autore del noir“ MADRE DOLORE “. Sia l’essere cantante che scrittore è parte del contesto sociale in cui vive. Scampia con il suo spettacolo deprimente fatto di munnezza e fumi tossici;  e l’occupazione di una casa; ‘A67 e le case popolari di Secondigliano; la strada come maestra di vita. Ed ecco quindi che la nostra attenzione si catalizza, dietro i positivi consigli di Lucarelli, De Cataldo e De Giovanni a proposito di “ Madre dolore “, la prima inchiesta del commissario Del Gaudio  di Pubblica Sicurezza di Scampia, lavoro totalment distante dalle sue idee politiche, un ex pugile con un matrimonio in crisi; la boxe sempre in testa e non solo, come valvola di sfogo  per sfuggire a solitudine ed inquietudine,  la gabbia, unico rifugio, unico luogo con cui è possibile staccare la spina e la boxe per non avere a che fare con Xanax o altra robaccia, con Marvin Hagler  come punto di riferimento. La  boxe,lo  xanax o la figlia Alice? Del Gaudio che decisamente ha cambiato ring ed avversari, ma sempre pugile è. Boss, killer, narcotrafficanti, truffatori, rapinatori ci aveva a che fare prima, c’ha a che fare ora. La boxe che gli da una tecnica utile anche nell’essere commissario: velocità, resistenza, intuito, capire dove e quando colpire. I luoghi sono, e non potrebbero essere altri, quelli frequentati da spacciatori e secondini; da magliari e poliziotti; da ricottari e carabinieri: come la caffetteria di fronte al carcere di Secondigliano.; il rione della Trentatrè con enormi casermoni, la sala giochi abusiva ; ma anche, perché no, le Vele ristrutturate dove la piccola borghesia pensa di essere al, sempre sognato ed agognato VOMERO, le Vele il male assoluto per l’Italia. Un suicidio che non convince e che mette Del Gaudio sul chi va là. Un Del Gaudio che le cose , prima di capirle , le sente dentro come se il corpo gli parlasse, bravo a complicarsi la vita;un commissario in aperto contrasto con i colleghi, “ fascisti di merda “, visto che l’arrestare più persone possibili è l’obiettivo di riferimento ai tanti tutori dell’ordine; e poi il gergo, “ pisciarsi addosso “; il cibo, spaghetti al pesto di basilico, alici e peperoni; ed immancabilmente ed ovviamente il Napoli Calcio; una Napoli con 2 città in una: il centro e la periferia. Un noir che di fatto si pone contro le cosiddette istituzioni totali: da queste pagine emerge che la galera non può essere la soluzione ai problemi che portano all’illegalità, dalla galera se ne esce peggio di come vi si entra; in queste pagine, e grazie all’agente Mirco, non poteva mancare il riferimento alle lotte svoltesi a Chiaiano contro l’apertura della discarica. Se acquisti il libro e leggi: “ La prima inchiesta del commissario Del Gaudio “, significa che ne arriva sicuramente un’altra.

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