Riportare il punto di vista di De Cataldo è importante per affrontare la lettura de “ IL CERCATORE DI TENEBRE “. Perché proprio partendo dall’inizio, imbattendosi con l’introduzione, ORIGINE, entri direttamente nel mondo descritto da Kayode. In questo, vero e proprio noir, ci troviamo a che fare con un protagonista anomalo per il ruolo che svolge, cioè non abbiamo a che fare ne con l’investigatore privato ne con il commissario o con chi, appartenendo alle forze dell’ordine, indaga, sospetta ecc …. ci troviamo di fronte con uno psicologo, Philip, che proprio per l’attività che svolge, vuole, fortemente vuole, scoprire il perché certe cose avvengono. Uno psicologo, forense, che di fronte a sé ha i riferimenti di ciò che ha imparato, ha degli imperativi categorici :dal ” tutto ha un senso quando sai perché “; al comprendere, in tutti i sensi possibili, la scena del delitto. Philip con i suoi dubbi,il suo mettersi in discussione “ lo psicologo che è in me “, le sue domande,con il suo essere uno psicologo da strapazzo, i suoi punti interrogativi su quanto si trova ad avere a che fare: uno su tutti, anche se niente ha un senso in questa parte di mondo = in Nigeria: non si può dare fuoco a 3 ragazzi solo perché ladri; ma anche il rapportarsi alle storie umane in quanto esse sono le radici di un crimine; studiare i delitti per stabilire come e perché accadono in modo tale che così possono essere maggiori le possibilità che ciò non accada di nuovo. Attraverso Philip e la sua testardaggine nel comprendere, nel capire i meccanismi che stanno dietro ai misteri di società che non conosciamo, entriamo anche nel suo mondo, nello studio della follia e del suo controllo, del dare un senso a qualcosa che è considerato insensato. In realtà ci troviamo a fare i conti con un noir che indaga sui meccanismi sulla psicologia, sui moventi del delitto ed il modo in cui vengono commessi; come la follia uccide impunita. Oltre a questo, viene descritta la Nigeria con tutte le sue contraddizioni, lascito di uno stato costruito a tavolino, di un vero e proprio esperimento, con ben 36 stati, 250 etnie amalgamati per convivere, con una violenza che esplode immotivata ed ovunque. Contraddizioni che vengono evidenziate nella descrizione dei giovani arruolati nelle gang che girano armati,si ammazzano tra di loro ed imperversano nei campus universitari; oppure, cosa assurda, irreale ma concretissima: ti devi muovere con l’aereo per raggiungere le località del paese? Ecco che c’è un nuovo lavoro ad attendere la schiera di immigrati: il QUEUE BOY = fare la fila; stare in coda; fare il check-in … tutto questo al posto tuo e che vieni chiamato appena comincia l’imbarco, ed ovviamente paghi per tutto questo; ma anche attraverso la descrizione della corruzione che avviene verso la polizia militare ai posti di blocco divenuta normalità; oppure con le credenze religiose siano esse musulmane e/o cristiane, in contrapposizione tra loro e con le relative sette e confraternite; con le sollevazione nel Delta del Niger; con una tra le più terribili guerre civili come quella avvenuta nel Biafra, ma anche il calore, la folla, del BUKA, la bettola dove il piatto del giorno non può che essere la coda di bue. Non poteva mancare la descrizione del disagio delle periferie e di chi le abita, visto che questi non hanno molti motivi per essere felici, con scuole che cadono a pezzi; l’energia elettrica che non esiste come del resto l’acqua corrente e dall’altra la città ossessionata dalla voglia di sicurezza con i cittadini pronti a far giustizia da sè. Philip si trova ad affrontare un’inchiesta che può portare ad accentuare tensioni già esistenti, detesta perdere il controllo, avere a che fare con la destabilizzazione prodotta dal rapporto con i morti. Ma su tutto Philip ha a che fare l’ obiettivo di smascherare la cultura del caos; il fomentare disordini usando come arma la rabbia esistente visto che la gente, nel suo senso più generale, tende a seguire le opinioni più diffuse invece che coltivare il dubbio. Possiamo definire questo noir come un mezzo che ci aiuta a studiare la psicologia delle masse, la loro manipolazione, il loro agire senza riflettere per inseguire una fantomatica “GIUSTIZIA “. In conclusione, si può solamente dire che questo noir ci da numerosi spunti per comprendere molti dei comportamenti, spesso inspiegabili, che avvengono quotidianamente.
DETTAGLI
Pagine 387
Genere noir
Editore Longanesi