Tante sono le città, grandi o piccole, che sono fonte di ispirazione per tantissimi autori. Trieste sicuramente rientra tra queste, e Trieste da a Pietro Spirito di scrivere un noir molto interessante e direi utile a molti, a tanti.; Trieste, in passato, è stata motivo d’ispirazione per, niente meno che Scerbanenco, oggi è Veit Heinichen che si misura con questa città, con i suoi scritti, tra l’altro “Lontani parenti “recensito proprio per giallo e cucina (https//gialloecucina.wordpress.com/2022/07/15/). Trieste la città di confine, il territorio libero, dei destini, di storie, lacerazioni, guerre, violenza, con i comunisti jugoslavi che sono il pericolo dietro l’angolo, nel vero senso della parola, con il benessere che copre il marcio. Il contesto in cui Spirito da vita a “E’ notte sul confine “è elemento portante di queste 250 pagine. Pagine, scritte, che ci conducono a pagine di storia rimosse. Un giornalista, Ettore Salassi, ricattato per il suo passato, avendo militato nella parte sbagliata, addirittura nella X MAS, si pone armi e bagagli a lavorare per i servizi segreti, il famoso SID, il tristemente famoso SID (servizio informazioni difesa). Un libro che mette in risalto la falsità del mito “italiani brava gente “(vedi il campo di concentramento sull’isola di Arbe), sicuramente, può aiutare a far conoscere avvenimenti che hanno caratterizzato la storia d’Italia, soprattutto quanto avvenne presso il confine orientale, quel confine che deve svolgere la funzione di argine ad una possibile invasione, che vede concretizzarsi diserzioni da entrambe le parti, dove la guerra, in realtà, non è mai finita e continua strisciante. Viene trovato morto un giovane militare, anche lui arruolato nei servizi. Da qui, nonostante la contrarietà di Salassi di immergersi nei misteri che intorbidano gli avvenimenti italiani, parte il tutto,ad esempio il tentato golpe Borghese sulla cui attuazione gli statunitensi nutrono numerosi dubbi; ma anche il movimento per democratizzar l forze armate ( PID proletari in divisa ) ed i giorni della rivolta repressa dagli inglesi; un Salassi che fa ciò che gli viene detto di fare da un misterioso colonnello, bravo, non c’è che dire, nelle analisi geopolitiche e che non è altro che l’impersonificazione dell’ambiguità: guardare, ascoltare e riferire, Salassi che alterna il proprio agire tra lo scrivere articoli e redigere rapporti informativi, con il passato che affiora, spesso negli incubi notturni, desideroso di avere momenti di contemplazione ed alla ricerca della solitudine; con i conti aperti con un passato che non passa mai; con la passione di rubare libri. Quelli descritti sono tempi strani e pericolosi dove anche dietro all’avvenimento più innocuo può nascondersi qualcosa di preoccupante. Sullo sfondo di quanto ci viene descritto, troviamo episodi apparentemente secondari ma che invece saranno importanti nello sviluppo di ciò che segnerà gli intrecci della politica italiana. Amnistia Togliatti, la strage di Piazza Fontana, la rivolta di Reggio Calabria, la legge sul divorzio, le complicità tra forze dell’ordine e neofascisti. Tutti episodi che hanno un proprio motivo per essersi prodotti, ma che in realtà hanno un filo che li unisce. Un libro che attraverso una storia soggettiva ci racconta una storia generale. Un noir storico di cui abbiamo bisogno, e vista la buona riuscita di “E’ notte sul confine “aspettiamo che la coppia Spirito/Salassi ci metta a tu per tu con altri misteri, altri fantasmi del passato che incombono sul presente.
Trama Dopo aver brillantemente risolto un caso difficile ed essere uscito da una tumultuosa storia d’amore, l’ex commissario Adriano Panatta ha bisogno di rimettersi in