ELP
Non si fa che parlare dell’ELP, l’Esercito di Liberazione del Pianeta. Il vicequestore Rocco Schiavone guarda con simpatia mista al solito scetticismo ai gesti clamorosi di questi disobbedienti che liberano eserciti di animali d’allevamento in autostrada. Semmai è incuriosito dal loro segno di riconoscimento che si diffonde come un contagio tra ragazze e ragazzi. La vera violenza sta però da un’altra parte e quando Rocco viene a sapere di una signora picchiata dal marito non si trattiene, «come una belva sfoga la sua rabbia incontenibile»: «un buon suggerimento» per comportamenti futuri. Solo che lo stesso uomo l’indomani viene trovato ucciso con un colpo di pistola alla fronte. Uno strano assassinio, su cui Schiavone deve aprire un’inchiesta da subito contorta da fatti personali (comici e tragici). Per quanto fortuna voglia che facciano squadra clandestinamente anche i vecchi amici senza tetto né legge di Trastevere, Brizio e Furio, che corrispondono al suo naturale sentimento contro il potere. Nel caso è implicata una società che sembra una pura copertura. Ma dietro questa copertura, qualcosa stride e fa attrito fino a bloccare completamente Rocco sull’orlo della soluzione del caso. Intanto crescono in aggressività gli atti dell’ELP fino a un attentato che provoca la morte di un imprenditore di una fabbrica di pellami. Indagando, Rocco si rende conto che forse, dal punto di vista della sensibilità ambientale, sullo stabilimento non c’è molto da ridire. Ma perché i «simpatici» ambientalisti sono giunti a tanto? ELP è particolarmente narrativa e mette sotto un unico segno due casi e due inchieste. Le riunisce lo sfondo di calda attualità sociale. Anche il brusco vicequestore è più ombroso e stanco, sente più acutamente quanto importante sia l’amicizia, e deve investire nell’indagine tutta la sua irruente e sincera passionalità, e tutta la tenerezza della sua invincibile malinconia.
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ELP è il nuovo romanzo del prolifico autore Antonio Manzini, undicesimo episodio dedicato al suo personaggio, il vicequestore Rocco Schiavone.

Ancora una volta il noir diventa un escamotage per trattare tematiche di profonda attualità, così l’autore sviluppa una trama strutturalmente ben articolata che gode di un ottimo intreccio narrativo.

Il romanzo inizia affrontando un caso di violenza domestica perpetrata ai danni di una donna che subisce delle percosse, venuto a conoscenza dell’accaduto Rocco Schiavone si scaglia con furia contro il marito della donna, il signor Roberto Norvailloz, gli esiti del pestaggio si possono solo immaginare conoscendo i metodi poco ortodossi del vicequestore.

La reazione di Rocco Schiavone era assai prevedibile ma non da essere amplificata in un modo così eccessivo e allora c’è da chiedersi cosa ha portato il vicequestore ad accanirsi con esagerata brutalità? Qual è il suo attuale stato d’animo?

La forte delusione e il tradimento dl uno dei suoi migliori amici, Sebastiano, ha generato frustrazione, vendetta e senso di vuoto ma ancor di più di smarrimento, vengono meno i suoi punti di riferimento e diventa inquieto e irascibile nei confronti anche dei suoi stessi colleghi affiorando in lui tristezza e malinconia.

Ma i casi di omicidio riempiono le giornate di Rocco, infatti l’uomo che è stato da lui picchiato viene trovato assassinato. Gli ultimi istanti di vita dell’uomo sono tutti davvero riconducibili ai danni fisici subiti ad opera del vicequestore o c’è qualcos’altro che gli inquirenti dovranno ricostruire per trovare le cause del suo delitto?

Un giro di traffici illeciti e una copertura poco pulita della ditta per la quale lavora, aprirà degli scenari importanti e l’aiuto degli amici Brizio e Furio sarà necessario per dare supporto alle indagini già effettuate dalla squadra di Schiavone che vedono in prima linea il fidato vice ispettore Antonio Scipioni.

Se questo caso ha già le sue complicazioni, il secondo delitto sarà una bomba ad orologeria.

Effettivamente lo è, a farne le spese è Simone Ferrazzi, il titolare di una fabbrica di pellami dilaniato da un ordigno che ha devastato il suo ufficio. Con il passare degli anni la fabbrica ha inquinato attraverso sostanze tossiche dei torrenti, solo negli ultimi tempi era ecologicamente in regola.

Le indagini sulla morte di Ferrazzi portano un solo e unico sospetto: il movimento ambientalista dell’ELP (esercito di liberazione del pianeta)

Ma c’è una netta differenza nel rivendicare azioni nei confronti dell’ambiente e macchiarsi di un delitto, solo Rocco Schiavone crede che l’ELP non c’entri nulla e accusare il movimento ambientalista sia solo un modo per depistare le indagini.

Nuovi personaggi entreranno in scena in questo episodio: da un funzionario dei servizi segreti al nuovo amore dell’agente D’Intino, infatti l’attenzione si concentrerà sull’agente scapestrato che fa passare più di un grattacapo al vicequestore.

Come sempre i personaggi di Manzini nel bene o nel male sanno essere in un certo qual modo protagonisti e sanno ritagliarsi il loro spazio, ma sono le circostanze della vita che li rende dannatamente veri e sinceri, alcuni leggermente sporchi rovinati dall’avidità del denaro come Italo Pierron, finito nella stringente morsa del gioco d’azzardo che l’ha messo definitivamente fuori dai giochi, altri meravigliosamente puri e genuini come i vari De Ruta, Casella e D’Intino, Caterina, una persona che Rocco ritrova al suo fianco,  la coppia formata dai medici legali Alberto Fumagalli e Michela Gambino e infine la giornalista Sandra Buccellato e infine i suoi angeli custodi, gli amici di una vita Brizio e Furio.

Rocco Schiavone sembra consumarsi come una candela, la morte della moglie Marina, il tradimento di Sebastiano, ma resiste, non vuole mollare e il suo schierarsi dalla parte del più debole per sovvertire un sistema chiamato potere lo rende vivo e lo fa rinascere.

Nella vita si deve raschiare il fondo del barile per poter risalire e rinascere, altri invece tendono a sprofondare e rimangono impigliati e bloccati e non riescono a riemergere.

Manzini affida le speranze ai giovani e ripone in loro la sua fiducia attraverso le pagine di questo lungo romanzo che ha molte cose da raccontare, una peculiarità dei suoi testi sta nell’affezionarsi incredibilmente al suo personaggio da far sì che proprio quella pagina non diventi mai l’ultima.

Determinazione, rabbia, passione, sentimento e cuore sono tutti elementi imprescindibili che danno spessore a un personaggio che va alla ricerca di una felicità perduta ma che crede fermamente nei valori dell’amicizia e della reciprocità dei rapporti, Manzini ancora una volta offre spaccati di vita pulsante attraverso storie di denuncia sociale.

L’ambientalismo e il rispetto del Pianeta diventano tematiche scomode che ancora oggi trovano una società impreparata, Schiavone crede nelle nuove generazioni perché sono le più sensibili e al tempo stesso più preparate e si schiera dalla loro parte dando grande sostegno.

Per una popolazione così anestetizzata come la nostra, si corre il rischio di sottovalutare tale problematica, pertanto occorrerebbero azioni che vadano a salvaguardare il pianeta e a promuovere la sostenibilità ambientale, ma bisogna partire da piccoli gesti e dal cambiamento dello stile di vita di ognuno, solo così si potrebbe iniziare a credere a una prospettiva di un mondo migliore.

L’ultima frase del testo di una canzone dal titolo Valori aggiunti di Tutti Fenomeni, pseudonimo del giovane cantautore romano Giorgio Quarzo Guarascio recita: vorrei infliggerti pene senza senso per metterti in guardia da questo mondo orrendo, andiamo a fare il mondo bello.

Ancora una volta chapeau, Antonio Manzini!

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