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SPECIALE GIALLO FESTIVAL 2025

Tra fiction e realtà. Tutte le sfumature del giallo

L’edizione di Giallo Festival che si è svolta Bologna il 15 e 16 marzo scorso è già la sesta. Guardo indietro e non me ne capacito.

All’inizio di questo diario incompleto sento una necessità: quella di ricordare Stefano Zanerini, il “nostro” compagno di lavoro, regista, intervistatore, che troppo presto ci ha lasciato. La notizia della sua morte mi ha lasciata incredula e addolorata, Stefano era un grande professionista, un compagno di lavoro come se ne trovano pochi, ma soprattutto una persona perbene. All’interno di Giallo Festival mi occupo principalmente degli ospiti stranieri e mi è capitato durante le passate edizioni di realizzare interviste online, senza contare che durante il Covid un’edizione è stata interamente realizzata online; qualsiasi fosse il problema Stefano risolveva, era facile affidarsi a lui, sapere di poter contare sulla sua grande professionalità e umanità. Mi è mancato in questa edizione e anche se non ce lo siamo detti, credo che la mia sensazione sia stata quella di tutti. Un momento di ricordo ufficiale di Stefano si è tenuto sabato 15 nella sala delle Colonne.

Passo al racconto del Festival, con occhio umido (scusate eventuali refusi) e cuore gonfio, ma anche con il sorriso che partecipare e scrivere di GIallo Festival mi regalano sempre.

Katia Brentani e Massimo Casarini i due soci editori di Damster – Edizioni della Loggia, sempre in movimento e mai paghi del loro lavoro, ad ogni edizione propongono qualche novità, affiancandola agli appuntamenti tradizionali: si va da momenti “off” con attività di vario genere ad approfondimenti sul tema. La parola non solo scritta ma anche recitata, presentazioni classiche, podcast, sceneggiature, lezioni, confronti, cold case. Quest’anno i due soci assieme al gruppo che lavora al festival a lungo, ci hanno stupito con un’anteprima, sempre al Centro Montanari il venerdì sera. Su un testo di Simone Metalli è andato in scena lo spettacolo “Miss Thero e i Casi Irrisolti” che ha riunito i gialli e il teatro di improvvisazione. Bravissimi gli attori di Attacchidipalco e la regista Marianna Valentino. Lo spettacolo ha coinvolto gli spettatori che si sono molto divertiti. Non un posto libero in sala Teatro.

Come scrivevo, il Festival da sempre affianca alle presentazioni classiche anche momenti di approfondimento e lezioni magistrali a cura del Dipartimento di filologia classica e italianistica di UNIBO. Sabato mattina Gian Mario Anselmi ha tenuto una lezione dal titolo “Una maestra di paura e angoscia: Patricia Highsmith. Tra gli appuntamenti da sottolineare anche “La ricostruzione della scena del crimine” attraverso esperti della Polizia scientifica che hanno mostrato ad un pubblico attento e interessato le metodologie di isolamento e raccolta prove. Carlo Lucarelli, presenza fissa del Festival, con Paolo Lambertini, in dialogo con Simone Metalli hanno parlato della strage di Bologna.

È stata poi la volta (la prima al festival come ospite) di Stefano Tura, direttore della sede Rai di Bologna, scrittore, autore della trasmissione radiofonica Re Noir. I colori del giallo, ha conversato con Simone Metalli “Dal re del thriller (Stephen King) al thriller italiano”. Ultimo incontro in sala Teatro quello che Giusy Giulianini ha avuto con Fulvio Ervas per dialogare del suo personaggio “Stucky dalle pagine del romanzo allo schermo“.

Mi corre l’obbligo di ricordare che al mattino nella sala della Colonne è stata presentata una nuova collana: “I giallini Damster” dedicata alla fascia di età 7-13 anni. Alle 11:30 Il ricordo di un grande amico Stefano Zanerini. Un momento molto emozionante per ricordare un amico.

Carmine Caputo ha dialogato con Mario Rivelli in arte Otto Gabos su “Il misterioso viaggio bolognese di Otto Gabos“. È stata poi la volta di Maria Elisa Aloisi che con Giusy Giulianini ha colloquiato su “Una vita in giallo“.

Nel tardo pomeriggio poi, sempre a cura della casa editrice Damster sono state presentate le novità. L’ultimo incontro della giornata in sala delle Colonne è stato dedicato a “Il caso Golinucci. un cold case o un caso a breve risolto?” Angela Giovannini e Annamaria Senni hanno raccontato delle ultime risultanze di un’ indagine che potrebbe essere risolutiva.

Sabato sera, sempre al Centro Montanari, la cena con premiazione del concorso Giallo Festival.

Domenica l’apertura alle 10:30 ha proposto nella sala della Colonne l’incontro condotto da Giusy Giulianini con Livia Sambrotta, esplorando “La psicologia della paura” basandosi sul libro di Sambrotta “Cristallo“. A seguire “Il giallo nella storia” con Luca Martinelli, Fabiano Massimi e Alessandro Maurizi in dialogo con Eugenio Fallarino. Nel pomeriggio il panel “Da Zelig al giallo, con humour nero” ha visto Giuseppe Sorgi dialogare con Simone Metalli, passando poi all’incontro moderato da Giusy Giulianini con Leonardo Gori su “Arcieri e l’Italia, tra fascismo e rinascita“. Spazio poi anche ai podcast con l’incontro “La cronaca nera in podcast” con il giornalista Antonio Iovane. A seguire, Carmine Caputo in dialogo con Valentina Re, Arianna Vergari, Elisabetta Flumeri e Gabriella Giacometti su un tema interessantissimo “Atlante delle investigatrici tra narrativa e televisione“. Alle 17:00 l’ultimo incontro a cura di Luigi Guicciardi dal titolo”Il giallo nella musica anni Settanta“.

Come ho raccontato negli altri articoli dedicati a Giallo Festival, le sale che all’interno del Centro A. Montanari, ospitano gli incontri sono due: sala Teatro e sala delle Colonne. Gli incontri si svolgono in contemporanea e non sempre è facile scegliere l’incontro cui assistere perché gli argomenti sono tutti interessanti. Proseguo a raccontarvi gli incontri svoltisi in sala Teatro, compreso quello che ha riguardato me più da vicino.

Alle 10:30 si è parlato di un tema caro allo staff del Festival “Suggestioni d’ambiente e misteri: dalle terre Basse agli Appennini” la prima parte ha visto il gruppo di lettura Libri su Misura in dialogo con Federica Frezza e Marina Peloponesi di “Bouquet of Madness” poi Giusy Giulianini con Giuliano Pasini.

Alle 12:00 la mia intervista online con Harald Gilbers, con traduzione simultanea “Il crime europeo: la Germania bellica e postbellica del commissario Oppenheimer”. Ho avuto modo di conoscere un po’ meglio il personaggio e il suo autore scandagliando motivazioni, argomenti e metodi di scrittura. L’autore ci ha anche confidato che il prossimo libro con protagonista il commissario Oppenheimer uscirà in Italia nella primavera del 2026.

Il primo incontro del pomeriggio è stato quello con Paolo Roversi, incalzato da Giusy Giulianini, dal titolo “Un cronista, hacker e investigatore, sfida i misteri di Milano”. Radeschi, l’ambientazione, la birra, l’amicizia, i nuovi personaggi. Una conversazione a tutto tondo.

L’incontro successivo “Qui non è Hollywood” ha visto la presenza di Alessandro Saba, art producer di Disney + che ha presentato la nuova serie italiana in dialogo con Simone Metalli.

A partire dalle 15:45 Giusy Giulianini con Eugenio Fallarino in dialogo prima con Massimo Carlotto, (a questo link la mia intervista con l’autore domande 6 e 7 sull’argomento) poi con Valerio Varesi ( qui l’intervista, domanda 5 in particolare) sulla “Dimensione sociale del noir” per concludere poi con entrambi gli autori sul palco per farsi raccontare qualcosa sul “Manifesto del noir” al quale entrambi stanno lavorando assieme ad altri, per provare a dare una scossa all’ambiente (del noir n.d.r.) che come mi aveva detto il Maestro Loriano Macchiavelli in un’intervista è inflazionato.

La conclusione della giornata e del Festival a “La Venezia del commissario Aldani” Michele Catozzi in dialogo con Giusy Giulianini.

Come sempre mi capita, queste giornate mi producono due stati: stanchezza fisica e sovra eccitamento mentale. La prima passa velocemente, il secondo invece mi dà una carica adrenalinica che perdura nel tempo e che mi fa dire: all’anno prossimo! Con convinzione e passione.

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