A cura di Miriam Salladini
Ciao Roberto, grazie per averci concesso questa intervista. Siamo davvero felici di averti ospite nel nostro blog. Prima di iniziare l’intervista parlaci un po’ di te. Chi è Roberto Ottonelli?
Lavoro per un’azienda di telecomunicazioni, ma per anni ho svolto attività di volontariato in realtà a contatto con minori, in particolare presso una comunità residenziale, ho seguito un progetto di insegnamento della lingua italiana a bambini stranieri, sono poi stato in una comunità madri/figli e da poco più di un paio d’anni, con mia moglie, sono diventato papà affidatario: una scelta non sempre semplicissima, ma che non cambierei con niente altro!
Com’è nata la tua passione per la scrittura?
E’ nata tanti anni fa, durante il servizio civile svolto presso la Lega Tumori di Milano. Ho sempre letto molto durante gli spostamenti in metropolitana e in quel periodo avevo letto un racconto di Agatha Christie che avevo pensato di attualizzare e far diventare un romanzo con un incipit e un finale diversi. E’ stato più un gioco che altro.
Il tuo libro è il frutto di un’analisi approfondita, di tanto impegno e studio. Quanto tempo hai impiegato per raccogliere tutte le informazioni?
Ho impiegato anni, più che altro per informarmi al di là del sensazionalismo delle cronache. Ho scoperto che alla fine il Diavolo c’entrava davvero poco, se non nulla. Dopo aver contattato Paolo Ozzy Leoni in carcere per chiedergli se gli andasse di scrivermi una prefazione, per dargli modo di dire la sua, ho letto migliaia di pagine di atti, ho iniziato a scrivere anche a Marco Zampollo, Eros Monterosso, Elisabetta Ballarin e Nicola Sapone, che poi ho conosciuto in carcere come Ozzy, ho incontrato ragazzi che li frequentavano, ho contattato giornalisti di primo piano, fino a ottenere un’intervista con Panorama, con Cronaca Vera, Crimen, ecc…
Come mai hai deciso di ispirarti a un episodio così violento e inquietante per il tuo libro?
Perché Paolo Leoni e Chiara Marino, una delle vittime, abitavano a due isolati da dove sono nato e cresciuto. Paolo era stato in classe con la mia ex moglie e lavorava presso un grande centro commerciale dove andavo sempre da bambino con mio padre. E’ il motivo per cui sono rimasto così colpito.
Qual è stato il percorso che ti ha permesso di pubblicare “Il Diavolo dentro”?
Il percorso è stato molto travagliato, ma finché non ho conosciuto Franco Forte non mi sono reso conto di quanto ciò che avevo scritto fosse in effetti impresentabile. Ci ho quindi dovuto lavorare ancora molto prima di arrivare al risultato finale.
Quali sono state le difficoltà più grandi che hai incontrato nella promozione del tuo libro?
Non ho incontrato particolari difficoltà. Abbiamo scelto di tenere solo la versione digitale per tenere il prezzo basso, anche se questo per qualche lettore rappresenta un limite; è però leggibile davvero su qualsiasi supporto, smartphone compreso. Forse il limite è che difficilmente potrò fare qualche presentazione in libreria, ma ci sono diversi modi per promuoversi.
Pensi che i nuovi social network siano importanti nella promozione dei libri?
Lo spam sui social capisco possa infastidire, ma è un lavoro in cui credo molto che sto cercando di far conoscere e i social network penso siano uno strumento innovativo in tal senso per mettere in contatto persone e interessi.
Da bambino sognavi di diventare uno scrittore?
No, sognavo di fare il calciatore! Mi rendo conto che non suoni tanto culturale, ma è la verità!
Hai scritto anche altri libri?
Sì, un paio penso siano già quanto meno presentabili, ma tempo al tempo, preferisco fare le cose per bene e non rischiare di farmi prendere dalla foga.
Per concludere l’intervista, noi del blog abbiamo un rituale: chiediamo sempre la citazione preferita dell’autore intervistato e una ricetta. Puoi dirci quali sono le tue?
La citazione è facile, una frase tratta da “Sally” di Vasco: “Perché la vita è un brivido che vola via, è tutto un equilibrio sopra la follia”.
La ricetta:
Tagliatelle Paglia e Fieno alla zucca e pancetta
per 4 persone
400 g di tagliatelle paglia e fieno
500 g di zucca mantovana
250 g di pancetta affumicata
olio extra vergine di oliva qb
1 testa di aglio
prezzemolo qb
pepe nero qb
sale qb
brodo vegetale qb
Preparazione
Eliminare la buccia della zucca e tagliarla a tocchetti; mettere in una casseruola l’olio con la testa d’aglio schiacciandola. Dopo averlo riscaldato unire la zucca facendola rosolare un po’ e irrorare con del brodo vegetale. Cuocere per dieci minuti circa con coperchio.
A parte rosolare con poco olio anche la pancetta affumicata e unirla scolando l’olio di cottura alla zucca restante.
Una volta cotta la pasta, scolarla e condirla con una parte della zucca cotta e farla saltare un po’ per insaporirla. Condire con un po’ di pepe macinato, impiattare e con uno schiaccia patate fare dei riccioli sopra. Per finire colorare con una spolverata di prezzemolo e il gioco è fatto!
Grazie Roberto sei stato gentilissimo. Invito tutti gli amici del blog a leggere “Il diavolo dentro”, un libro che vale la pena di acquistare per approfondire uno degli episodi di cronaca nera più crudeli in Italia.
Grazie a voi per la disponibilità.