Dice Barbara Fiorio, Capobranco degli Scrittori Pigri: “La versione breve di quest’avventura pazzesca è: abbiamo scritto un romanzo in ventotto, scrivendo i capitoli in contemporanea.” Che, detta così, già sembra un fatto incredibile. Devo questa lettura a Alice Basso, che in un post parlava dell’uscita di questo libro. Quando mi è capitato in mano, non ho potuto fare a meno di leggerlo. Abitualmente non leggo la trama e tantomeno l’indice, in caso lo faccio dopo. Così, molto incuriosita ho inziato a leggere e ho continuato, la domanda principale alla quale cercavo risposta è stata: “si capirà chi ha scritto cosa?” Dopo aver finito il libro mi sono soffermata sull’indice e posso dire di aver riconosciuto il capitolo di Alice Basso, la sua vena ironica c’è tutta, ma credetemi, l’ironia nella scrittura c’è dalla prima all’ultima pagina e credo che sia esattamente quello che contraddistingue il collettivo di scrittura Scrittori Pigri.
La storia viene raccontata con leggerezza, con una buona dose di ironia e i primi due capitoli ci danno un assaggio dei protagonisti, le famiglie Castelli e Zanetto, lasciando presagire quello che succederà. Storie di vita in fondo, vicini insopportabili, vacanze, visioni opposte della vita, rapporti famigliari, luoghi comuni, genitori, figli, amori mai dimenticati.
Da una parte l’insopportabile Monica, milanese, fissata, con l’ecologia. Dall’altra Cinzia, veneta, di un paese vicino a Verona, sopra le righe, a partire dall’abbigliamento. Mariti e figli a fare da spalla alle due protagoniste. In entrambe le famiglie ci sono nonni al seguito, in quella di Monica, suo padre Eusperanzio, detto Renzo, detto FIorenzo; in quella di Cinzia, sua madre Lena. In questa storia di vicinato difficle, ci aspetta il racconto di una dolce storia d’amore, che un tocco di romanticismo ci sta sempre bene in questo mondo e fa bene anche a chi, come me, romantica non lo è proprio. Una storia d’amore, certo, per me soprattutto una splendida presa di posizione di due persone, anziane, che decidono di vivere e di non accontentarsi di ricordi.
Da leggere per l’esperimento di scrittura a 64 mani. Per sorridere mentre si legge e avere la mente leggera dopo averlo letto.