Aver letto “ Il pesatore di anime “ ha un effetto collaterale, un condizionamento indotto/obbligato: non fare un passo indietro. Esce il nuovo libro scritto da Norek, edito da NERORIZZOLI. Non puoi non cedere al non comprarlo. In questo caso ci troviamo di fronte ad una vera propria indagine sulle banlieu, anzi una vera e propria inchiesta sul campo. Banlieu analizzate da film come “L’haine” oppure dai tanti libri che intervengono sull’argomento. In Italia abbiamo avuto a che fare con lavori decisamente interessanti, lavori divenuti libri: dal mai dimenticato Emilio Quadrelli ( https://www.machina-deriveapprodi.com/post/dagli-inferi-di-manchester-agli-inferi-della-banlieue ) a Atanasio Bugliari Goggia (https://www.ombrecorte.it/index.php/prodotto/la-santa-canaglia/ ). E siccome ritengo del tutto condivisibile la definizione del noir sociale come strumento per denunciare le diseguaglianze sociali, un genere, in definitiva, legato al sociale,ai problemi di una società in evoluzione con contraddizioni aperte e mai sopite. Norek, in quanto ex poliziotto, è cosciente di ciò che scrive e ci fa leggere. Norek porta avanti un doppio binario in parallelo:da una parte l’inchiesta su omicidi apparentemente misteriosi dall’altra su cosa accade nelle periferie, crocevia dello spaccio. Una descrizione sull’orlo dell’essere puntigliosa. Ma se parli di Banlieu non è pensabile che Saint Denis non c’entri niente. Saint Denis lo spaccio, le sentinelle addette alla segnalazione di qualunque cosa possa rompere gli equilibri esistenti. E proprio per questo avremo a che fare con il capitano dell’anticrimine Victor Coste. Coste che vorrebbe stare alla larga dalle dinamiche della spartizione del controllo del territorio, controllare il territorio rende indispensabili; ma che alla fine non può sottrarsi dall’indagare dei meandri dei sotterfugi, degli intrallazzi, delle commistioni tra politica e affarismo criminale. Stare alla larga, un riferimento che i poliziotti tengono bene in mente nel momento in cui devono prendere in considerazione di dover entrare in territori ostili, come le Banlieu. Coste che nel momento in cui si prende carico dell’inchiesta fa appello alla propria pazienza, utile per poter costruire una indagine solida. Pazienza che lo porta a portare avanti un lavoro meticoloso: raccogliere prove, una dopo l’altra, un “ cliente “ dopo l’altro. Elemento che contraddistingue queste 307 pagine è oltre all’uso di parole usate nel gergo delle periferie che derivano dall’arabo, la violenza che traspira da quanto viene posto in atto dalla criminalità come ad esempio delle vere e proprie torture ( tramite l’uso, ed abuso, del trapano ), oppure operazioni importanti per le indagini ma che risultano pesanti anche per i tutori dell’ordine come l’autopsia, operazione vomitevole a tutti gli effetti, visto che all’odore della morte non ci si può abituare. Sicuramente quanto descritto attira l’attenzione sulla questione urbanistica, cioè su appartamenti ch si svuotano, una crisi abitativa sempre più insostenibile. Bibz, Driss, Colin: ragazzi di strada con contesti particolarmente complicati, la strada che è maestra di vita con l’uso della forza, la periferia dove è la paura di possibili rappresaglie ad opera di chi controlla il territori che della polizia, la strada che è regola di sopravvivenza. Poco sopra abbiamo fatto riferimento alla commistione politica/affarismo: e qui è la figura della sindaca che diviene centrale per il suo bisogno, strettamente politico, di pace sociale per il quale non si sottrae dall’aver alle proprie dipendenze ragazzi provenienti dalle case popolari, ragazzi che devono svolgere la funzione dell’essere ponte di collegamento tra i quartieri difficili ed il municipio. La banlieu che esplode, la rivolta che si propaga tra genuinità e manipolazione, con edifici in fiamme, saccheggiati, aggressioni contro le forze dell’ordine, il coprifuoco, una rivolta con strategie da “ arte della guerra “; con il giorno dopo nel quale le strade odorano di bruciato, le barricate che vengono demolite la notte ma che tornano immediatamente più solide di prima. Comunque se operiamo una sostituzione, invece delle banlieue, Norek ci potrebbe parlare di tantissime periferie presenti nelle città, a partire, ad esempio dalle Vele a Napoli, da Via Padova a Milano ecc…

Noir
Recensione a cura di Dario Brunetti Sono sempre le storie ad attraversarci e ne siamo inevitabilmente sommersi, proprio perché siamo fatti di storie e sono

