Se tu non ridi più
“Non sono più un avvocato.” Amalia Carotenuto lo ripete da anni, eppure nessuno ha dimenticato i casi che hanno fatto di lei uno degli avvocati migliori di Napoli, pronta a gettarsi nel fuoco per difendere un innocente. Ma ormai quel passato è chiuso in una cella carceraria insieme a un dolore immedicabile e a una colpa che Lia non può perdonarsi, e della sua passione per il diritto sono testimoni solo gli studenti dell’università dove ora insegna. Un giorno di primavera, però, il corpo di una giovane donna viene ritrovato nel Parco della Rimembranza e il destino vuole che quella donna sia molto vicina alla sola persona capace di portare un po’ di allegria nella vita di Lia: Cetta Caracciolo, travolgente incarnazione della più esuberante femminilità partenopea nonché figlia della principessa Matilde Brancaccio vedova Caracciolo. E se sono Cetta e la sua nobilissima madre a chiederle di indagare, Lia non può tirarsi indietro. Sarà così che – affiancata dal suo fido assistente Picchio Malatesta, tassista per necessità e investigatore privato per vocazione – Lia si avventurerà tra i pettegolezzi e le scabrose verità dell’alta borghesia campana, dentro il dolore silenzioso di una famiglia, attraverso passioni e ossessioni con cui è giunto anche per lei il momento di fare i conti. Tra le sontuose dimore di Posillipo e il carcere di Poggioreale, Barbara Perna mette in scena le vicende di una dinastia di imprenditori della pasta e un delitto che sembra spegnere ogni sorriso. In queste pagine l’irresistibile verve brillante di cui è maestra si mescola però alla narrazione di un’umanità dolente, dominata dalle passioni, incapace di perdono. Se tu non ridi più è così un giallo che – attraverso i personaggi di due madri ferite – ci interpella sul significato della giustizia, sulla possibilità che essa sia lo strumento che ricuce gli strappi e non quello che condanna in modo inappellabile.
E so il male che sto per fare, ma la passione in me è più forte della ragione: e la passione è la causa delle peggiori sciagure nel mondo

Una storia molto diversa da quelle che riguardano Annabella Abbondante, la protagonista dei primi tre libri di Barbara Perna, quella che leggiamo in “Se tu non ridi più” e non ne sono molto sorpresa. Ho trovato una storia profonda, che provoca riflessioni, di quelle esistenziali. Una lettura che fa bene, che arricchisce e non consola. Ero certa che prima o dopo avrei letto qualcosa del genere dalla penna di Perna. Che fosse brava a scrivere mi è stato chiaro dal primo romanzo letto, che l’ironia fosse una sua cifra mi era altrettanto chiaro. Che nel mondo del giallo, lei e le altre scrittrici che appartengono alla categoria di scrittrici di “cosy crime” fossero viste come appartenenti ad una sotto categoria mi è sempre sembrata una stupidaggine. Faccio parte della categorie di lettrici cui non interessa incasellare il libro in una categoria, nel mio caso mi affido completamente alle mie sensazioni e se la lettura procede velocemente e ho voglia di continuare, le sensazioni sono di un certo tipo e le domande si rincorrono nel mio cervello, beh, esattamente in quel caso so che la storia non mi deluderà e potrò consigliarne la lettura.

Barbara Perna non abbandona l’ironia che è una sua caratteristica ma la inserisce nel racconto di un’indagine che Lia, Amalia Carotenuto che da anni afferma: “Non sono più un avvocato” e si è reinventata docente universitaria, accetta di svolgere perché è stata Cetta, la migliore amica che abbia, e la di lei (Cetta) madre, Matilde Brancaccio vedova Caracciolo, a chiederle di occuparsene. Questo suo non ritorno alla professione, fa felice Picchio Malatesta, suo collaboratore, che si è reinventato taxista, ma che è molto meglio come investigatore. Addentrandosi nel caso, Lia si trova suo malgrado costretta a fare i conti con un dolore immenso che si porta dentro, che non riesce a superare, affrontandolo con durezza. A prescindere dall’indagine sul fatto criminoso, la bravura di Barbara Perna sta, a mio avviso, nella costruzione e nello sviluppo dei personaggi, nei dialoghi. Tutta la storia è credibile, viva e dolente, tragica, come solo la vita vera può essere ma allo stesso tempo, per fortuna, non manca l’ironia che aiuta a tornare a respirare normalmente e strappa un sorriso.

Lettura consigliata.

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