A distanza di ben 39 anni ci troviamo, con enorme piacere, ad una nuova edizione, EINAUDI STILE LIBERO, di “ Sarti Antonio e l’amico americano “. Assolutamente degna di considerazione la prefazione che Macchiavelli ha scritto per la nuova edizione. Una prefazione che è una constatazione oggettiva dei tempi che abbiamo di fronte. Una prefazione che in realtà è una riflessione “ a voce alta “, come un boccone amaro da dover sputare via. Frasi che sono riprese nella quarta di copertina. L’atmosfera è decisamente quella di altri tempi, quando invece che gli smartphone c’erano le cabine telefoniche; dove la Bologna di quei tempi non c’è più, nonostante i portici e via Zamboni. Ma cosa accadde a Bologna da far si che debba intervenire il sergente Sarti Antonio? Il sergente Sarti che non può fare a meno della sua fedele compagna: la colite spastica di origine nervosa; e che il non riuscire a gustarsi un caffè è il sintomo del livello di incazzatura raggiunta, un Sarti che si deve misurare nei confronti degli approcci fisico/sentimentali liquidati da un “ sarebbe banale “ e che aspira, anzi desidera, le comodità di un borghese piccolo piccolo. Dicevamo cosa accade: uno studente statunitense,nudo, vola dalla finestra di un 3° piano: suicidio, la facile soluzione, o non suicido? Raimondi Cesare, l’ispettore capo,distinguibile dallo storico ed inconfondibile “ e’ vero come si dice “ propende, per la prima ipotesi, anzi vuol far si che le indagini si indirizzino in quella direzione; in modo del tutto contrario troviamo personaggi che fanno parte degli scritti di Macchiavelli: “ l’archivista “ e Rosas, il ” talpone “ freakettone. Tanti altri sono i personaggi che affollano le pagine di questo noir, personaggi di una Bologna bene, come la contessa ed il rettore; ma anche di una Bologna del sottobosco. Comunque a mio avviso, come in altri precedenti casi, è Sarti Antonio che emerge su tutti gli altri con il suo attenersi alle regole di una indagine che si rispetti, degna di quel nome, in cui il possibile passo falso del maggiore degli indiziati dia la possibilità all’investigatore di arrivare al risultato auspicato; con il suo parlare da solo che diviene una abitudine,ed allo stesso tempo l’unico modo per seguire un ragionamento con una sua logica, per non farsi sopraffare dalla demoralizzazione, dall’essere senza idee. Ma su tutto questo, che relazione c’è tra uno studente statunitense volato da una finestra, un vigile urbano, un traffico di targhe false e di carburante. Comunque la si vuole vedere, sarà che l’anno di uscita di questo libro è il 1983, ma di vecchio non c’è assolutamente niente.
Noir
Recensione a cura di Manuela Fontenova Nel quadrante nord ovest della città di Roma sorge uno dei quartieri più belli della Capitale, ricco di storia