Se perdo te
Alle prime luci dell’alba, Bianca ed Elena amiche da sempre, salgono su una malandata “avioneta” di una compagnia locale, per raggiungere l’arcipelago sudamericano di Las Islas. Dall’altra parte del mondo, Tomas Bucci sta aspettando Katia, la sua più intima amica, alla quale ha deciso di fare un annuncio importante: quando Bianca rientrerà dalla vacanza, le chiederà di lasciare il marito e andare a vivere con lui. Bianca non tornerà mai da quel maledetto viaggio e Tomas parte per scoprire la verità intorno alla scomparsa della propria amata. Inizia così una sorta di discesa all’inferno che lo vede perdere il lavoro e lasciare definitivamente l’Italia ossessionato dal tragico evento. Una storia picaresca e romantica che si snoda in America latina e che porterà alla conoscenza dei lati più oscuri dell’animo umano.
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Ci sono romanzi che, pur rientrando sotto l’ombrello e la definizione di un genere, in realtà ne mischiano diversi altri. A volte la fusione funziona, a volte si crea una disarmonia di sapori che lasciano nella bocca del lettore un gusto amaro. Non è il caso di questo romanzo, in cui il mistero di una scomparsa, l’avventura picaresca in Sudamerica e la travolgente forza dell’amore danno vita a un risultato superiore alla somma delle parti. La cieca ossessione di Tomas Bucci nel cercare di ritrovare Bianca, da lui creduta viva contro (quasi) ogni evidenza, ricorda quella di John “Scottie” Ferguson, protagonista del capolavoro Vertigo, nel cercare di ricreare in Judy la defunta Madeleine, senza rendersi conto della rete di inganni in cui si è trovato invischiato. Non mancano personaggi potenti come una giovanissima, bellissima prostituta e capitoli quasi alla Garcia Marquez, come l’amplesso con la bruja, la strega, in cui riaffiora un sentore di realismo magico caraibico. Aggrappati a un cellulare che suona quando non dovrebbe suonare, con tutta la disperazione della canzone di Patty Pravo che dà il titolo al libro, scopriremo il segreto di questa sparizione solo nelle ultime pagine.     

 

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