L’emergenza sanitaria dovuta al COVID 19 con i provvedimenti conseguenti ad essa, che vengono intrapresi dai governi in tutto il mondo, divide l’opinione pubblica e non solo. Divide anche chi scrive, chi scrive noir. Prendere ciò che il covid porta con sé riguardo a rapporti umani che si modificano oppure evitare che il covid divenga elemento di riferimento in chi scrive, e chi scrive mantenga una propria autonomia e non si faccia condizionare…. Markaris non si sottrae ed interviene con “ Quarantena “, la nuova indagine del commissario Charitos. Il pessottimismo che ha caratterizzato le indagini precedenti si ripresenta anche qui. A proposito di covid che porta cambiamenti e che fa mutare abitudini consolidate e con cui Charitos si trova obbligato a rapportarsi da segnalare: il linguaggio e parole mai usate che entrano a far parte dell’uso comune e diffuso,neologismi, parole ad effetto, da tampone a positivo; da quarantena, appunto, a … e rispetto a queste novità linguistiche niente può nemmeno l’immancabile vocabolario DIMITRAROS. Ma non è solo il linguaggio a subire i colpi inferti dal covid, cosa dire della tecnologia che volente o nolente obbliga a videoconferenze, ad indagini “ in remoto “. A questo proposito quale frase migliore racchiude quanto siamo obbligati a vivere: “ Il mio rapporto con lo sviluppo dellal tecnologia è come gli abitanti del Sahara ed il mare “. “Ma se vogliamo restare al connubio covid/noir non possiamo non evidenziare come se da una parte si voglia rompere gli obblighi imposti dalla quarantena dall’altra l’arrivo di un omicidio viene vissuto come un beneficio che fa respirare rispetto alla clausura imposta e consideriamo che il covid no fa sconti, non fa distinzioni tra chi è “ negazionista “ e chi non lo è. Addirittura un omicidio che avviene quando tutto dovrebbe essere “ assente “. Il noir di Markaris non solo racconta, ma si misura con i provvedimenti intrapresi a seguito dell’ epidemia: parchi chiusi; lavoro a casa “smart working” …. Ma rispetto a quanto avviene ed a come viene vissuto c’è una figura femminile che prende l’attenzione dei lettori: Adriana, la moglie di Charitos che abbiamo conosciuta come una grande cuoca, conoscitrice delle ricette tradizionali, che porta la sua bravura ai fornelli verso il computer e diviene l’epidemologa di casa. E quindi gli omicidi che avvengono sono del tutto interni ai mutamenti, indotti dalla pandemia, ed in quel contesto devono essere affrontati e risolti. Ma Markaris di fronte all’emergenza sanitaria non lascia Charitos solo ad affrontare questa realtà improvvisa e nuova. Ci troviamo di fronte ad una serie di racconti che attraverso definizioni forti ma reali: “ La pandemia? La Guernica dei nostri tempi “ o il centro profughi coronavirus nel quale si rifugiano coloro i quali hanno di fronte a sé una alternativa: morire di virus o di fame. E’ la Grecia colpita ed affondata dalla crisi che deve fare i conti con l’essere mendicanti che è divenuto simbolo di riferimento. Ma su tutti, nel momento in cui le difese si abbassano e la guerra tra poveri fa parte della quotidianità, è la convivenza tra greci e turchi che diviene il riferimento obbligato. Dalle differenze, retaggio di un passato, che non vuole passare, a ciò che unisce … a tavola. E quindi ben venga, ancora una volta, Markaris con Charitos, Adriana,” i barboni “ provenienti con i loro nomi dalla mitologia, i ristoratori nemici, e buona lettura.
DETTAGLI:
PAGINE 188
GENERE noir
EDITORE La nave di Teseo