È stata la copertina che mi ha chiamato. Scorrendo le novità della biblioteca (sempre benedetta!) mi fermo e guardo bene, facce conosciute, crimini che hanno segnato l’Italia, in alcuni casi racconti sentiti in casa. Giancarlo De Cataldo è una garanzia e il titolo mi incuriosisce. Non so cosa aspettarmi esattamente e leggendo capisco che si tratta di un libro fra saggio, cronaca e diario di un uomo che ha passato la sua vita lavorativa nella magistratura e, come dichiara nel libro, si è occupato per 25 anni di omicidi.
Nella nota iniziale De Cataldo racconta il perchè di questo libro e conclude con: “Me ne sono andato dalla magistratura il primo giugno 2022. La giustizia che lascio è molto diversa da quella che avevo incontrato da giovane uditore nel 1985. Ho visto le trasformazioni compiersi sotto i miei occhi, e non è stato necessariamente un progredire verso più luminosi destini. Forse un giorno ne scriverò.” Spero proprio che ne scriva, il suo è il punto di vista di una persona competente che sarà interessante leggere.
De Cataldo racconta di come si arrivi a formulare la sentenza, ma anche quale possa essere stato il ragionamento dei giudici. La scelta dei casi di cui narra, è motivata dall’interesse che hanno suscitato in lui e che hanno avuto un forte impatto anche nell’opinione pubblica.
Si parte con il caso di Christa Wanninger (al caso, De Cataldo ha dedicato un libro, “Dolce vita, dolce morte”, per la collana Novelle Nere di Rizzoli, 2023), si prosegue con Pasolini, Wilma Montesi, Terry Broome, Simonetta Cesaroni e altri ancora, intervallando i casi con il racconto della sua formazione, dei suoi interessi, della sua famiglia. È la cronaca che irrompe nella narrazione, sono delitti che hanno raggiunto le prime pagine, che sono stati discussi e seguiti in tempi nei quali la televisione era meno invasiva, ci raccontano di un’Italia da Dolce Vita ma non solo, come scrive l’autore forte è il legame tra cronaca nera e gialli: non ci inventiamo mai niente, semmai interpretiamo…
Per ogni caso raccontato a fine capitolo una bibliografia che permette,a chi abbia voglia, di approfondire.
È Il racconto di una certa Italia, diversa da quella di oggi, com’è giusto che sia, attraversata da una tensione morale che ne faceva un Paese vivo, curioso e proiettato verso il futuro. Allo stesso tempo è una sorta di diario personale, interessante e ben scritto.