O TU O LUI
Rosario De Luca, detto Sari, non ha conosciuto la sua famiglia. I suoi genitori sono morti in un incidente, ed è stato adottato da una famiglia lombarda che l’ha amato, cresciuto, regalandogli una vita felice, ottimi studi grazie ai quali è diventato un importante manager editoriale. Ma il passato l’ha seguito. Suo nonno era un boss della mafia: i nuovi padroni avevano bisogno dell’aiuto di Sari e contavano di ottenerlo, con il richiamo del sangue o con le minacce. Sari, però, è riuscito a sconfiggere il suo persecutore e lo ha ucciso. Ma con il boss è morta Valeria, il grande amore di Sari. Ora che si sveglia, in ospedale, protetto dalle forze dell’ordine ma senza più la sua vita, sa che la mafia è pronta a fargli pagare il prezzo della vendetta. Per scongiurarla intraprenderà un viaggio verso Palermo, prima, e poi verso New York, alla ricerca delle proprie radici e della propria salvezza, accompagnato da Stella, misteriosa e bellissima fotografa conosciuta in Sicilia.
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RECENSIONE a cura di Edoardo Todaro

Avevo lasciato Giuseppe di Piazza nel 2018 con il suo “ MALANOTTATA “ e lo ritrovo oggi, sempre a Palermo, con “ O TE O LUI “. Tutti gli ingredienti della lotta alla mafia li possiamo ritrovare nella figura del protagonista, Rosario de Luca, un quasi collaboratore di giustizia con Tommaso Buscetta come riferimento, un uomo che ha perso tutto .La mafia e gli affari con i quali prospera come il parco eolico come facciata che copre in realtà i profitti sulle scorie tossiche; ma non solo mafia, abbiamo la finanza svizzera; i capitali francesi; i servizi segreti. Un boss fallito, che attraverso una confessione al figlio rivela la propria debolezza in una forma di vendetta su sé stesso. De Luca consapevole che il guarire ha due facce; una fisica, da cui è possibile, appunto, guarire; l’altra invece che lascia i segni indelebili: il passato, la paura ed il rimorso. Un noir che si interroga, e ci fa interrogare sul senso della vendetta. La vendetta non ha latitudini, non ha passaporti; si alimenta di odio e basta. Ma ci mette di fronte al ruolo ed alla considerazione del genere femminile in contesto culturale non facile e che vede le donne dover stare in cucina e non da altre parti, nonostante una Stella che cerca sempre, e trova spesso, il lato lucente delle cose; ed una donna che è proprietaria di un’armeria … una donna? sia mai!. Non possiamo non dire che le figure dei killer al servizio della cosca mafiosa sono raffigurati in una parodia e risultano grotteschi e buffi, di sicuro irreali. Oltre a tutto questo,c’ è la Palermo caotica, che attira l’attenzione della lettura per i palazzoni cresciuti e costruiti ispirandosi all’edilizia carceraria, perché in certa edilizia ciò che conta è l’utilità e non certo la bellezza; negozi palermitani che passano ai cinesi, come in realtà quasi ovunque. Palermo e l’attrazione verso gli Stati Uniti; l’emigrazione e/o la malavita come prospettiva. De Luca che ha un obiettivo da raggiungere: il bisogno assoluto di equilibrio tra dolori e fermare quella macchina della morte inarrestabile che si nutre di vendetta. Ciò a cui assistiamo è di fatto una gara contro il tempo con uomini da pedinare e nemici da temere, con notizie riservate che arrivano dove non dovrebbero.

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