Genere:
L’uomo che dorme
Da un po’ di tempo, Antonio Costanza ha preso la vita contromano: non per scelta e nemmeno per ostinazione. A quarant’anni, è vittima di un’indolenza che niente riesce a scalfire, neppure i brutali omicidi di due prostitute. Non sarebbe troppo grave se Antonio fosse solo Antonio. Invece è anche il dottor Costanza, psichiatra e consulente del Tribunale per i crimini violenti. Uno che se la vede con disadattati cronici, finti pazzi e bastardi veri. Così, quando l’ombra di un serial killer si allunga su Salerno, città sospesa tra vecchi sapori di provincia e vanità da metropoli sul mare, Antonio fa l’impossibile per non essere coinvolto. Vagamente sociopatico e teneramente narcisista, se ne resta ripiegato in un guscio di piccole fobie, appresso alle scelte dell’ex compagna e a un rapporto complicato con il figlio. La sveglia però sta suonando, tanto più che di mezzo ci si mette una giornalista dal sorriso favoloso. Il sonno della svogliatezza è finito e al dottor Costanza toccherà sondare la mente omicida di uomini che odiano le donne, trascinato in un caso in cui la Legge sembra incapace di fare giustizia. Corrado De Rosa attinge alla sua esperienza di psichiatra, perito in vicende giudiziarie eccellenti, per costruire una commedia nera dal tono amaro e scanzonato. La dedica a una generazione a tratti infantile, maldestra in amore, che è cresciuta con i Lego rimanendo incastrata tra i mattoncini colorati delle possibilità e le macerie del disincanto.
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Recensione a cura di Adriana Rezzonico

Antonio Costanza la vita, negli ultimi tempi, l’aveva presa contromano, cita l’autore, e io lo aspetto mentre gusto un delizioso semifreddo alla nocciola nella sua Salerno.

Sono le prime ore della mattina quando il sole ancora non si avventa su questa città ormai diventata una vetrina, un crocevia di anime pronte ad apparire.

Antonio dovrebbe raggiungermi qui, in Piazza Flavio Gioia, dopo un turno notturno in ospedale che di solito lo rende “accelerato”.

Quest’uomo mi affascina, è narciso, non ama la vita sociale e ha una fobia smisurata verso i cani di piccola taglia. È buffo come sappia stare in disparte, quasi refrattario alla vita moderna e ancorato alle vecchie tradizioni e al suo lavoro.

Antonio Costanza, nasce dalla penna autorevole di Corrado De Rosa, uno stimato professionista, psichiatra che si occupa di perizie per gli inquirenti. Padre premuroso e molto attento all’equilibrio di suo figlio, proprio come l’amore che riversa sui pazienti in ospedale.

Pur essendo il suo primo romanzo, cattura la mia attenzione grazie ad un tono ironico, scanzonato, in alcuni tratti ho sorriso volentieri tra le pieghe della sua vita.

L’autore ci accompagna in una realtà ben precisa, nitida, tra le nuove piaghe sociali: usura, gioco d’azzardo, e un killer che si accanisce sulle prostitute.

Un romanzo dalle tematiche forti, ben scritto, che si sofferma poco sull’indagine ma ci conduce nella nostra psiche, in quelle stanze oscure che ognuno di noi possiede. Incastra come mattoncini la follia, la malattia psichiatrica e la società odierna che produce a ritmo frenetico nuovi “mostri”. Schegge impazzite pronte a esplodere dopo aver celato una mente precaria e fragile.

L’autore ci spoglia, ci costringe ad uscire dalla comfort-zone, in fondo anche lo stesso protagonista è assopito… riuscirà la bella giornalista a scuoterlo dal suo torpore?

Inoltre ci invita a riflettere sull’evoluzione di Salerno, una città in bilico tra il più rurale Cilento e la più mondana Costiera.

E io posso augurarmi di ritrovare Antonio Costanza?

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