AVVERTENZA: Se non avete letto il libro precedente “Il coltello” NON leggete la recensione!
Harry Hole: ero molto preoccupata alla fine del romanzo precedente, “Il coltello”. Senza più uno scopo nella vita, senza più moglie, uno che credevi amico l’ha ammazzata per farti soffrire e poi si è tolto la vita. Sinceramente credevo che sarebbe finita così, cosa potevi fare o dire ancora, quali avventure cucirti addosso? Anche per uno scrittore come Jo Nesbø per niente facile, però, però…
Figuratevi la mia felicità, quando un po’ di tempo fa, una newsletter mi annunciava l’uscita della nuova avventura di Harry Hole, tanta curiosità. Così appena ricevuto il libro mi ci sono buttata dentro, un pomeriggio per leggerlo, senza fare altro, naturalmente. In alcuni momenti con il batticuore, in altri il ribrezzo è stato tanto, dei libri su Harry Hole questo è stato senza dubbio quello che ha messo a dura prova la mia tenuta fisica. Posso leggere di violenza, posso leggere di disumanità, di cattiveria, ma, non dico altro perché vi racconterei troppo e non va bene.
Cosa dire di questa storia: Harry non ha ragioni per vivere, lo ritroviamo negli Stati Uniti, a Los Angeles, con la carta di credito azzerata, in balia dei suoi demoni; morire bevendo sarebbe il massimo ma, come abbiamo imparato, quando sembra aver raggiunto il fondo, qualcosa lo attira verso l’alto. Questa volta sarà l’aiuto che vuole dare a Lucille, un’ex attrice che gli ricorda la madre. Per lei accetterà di tornare a Oslo e investigare su due omicidi, dietro compenso. Sappiamo chi è Harry, di cosa è capace: è un uomo complesso, tormentato, i fantasmi del passato non lo lasciano, è introverso, solitario, alcolista. Nonostante queste caratteristiche non propriamente positive, Harry Hole è un detective determinato, che va oltre le apparenze, che non si accontenta. Nelle indagini si farà coadiuvare da Øystein Elkelund, il suo amico tassista, passato a un più redditizio lavoro, da Ståle Aune lo psicologo, diventato amico nel corso degli anni e collaboratore nei casi più difficili e da Truls Bernsten, poliziotto sospeso, una squadra come decide Harry che si chiamerà <<Gruppo Aune>>.
I colpi di scena, i sovvertimenti non mancheranno, l’azione e il thriller nemmeno. Più che mai questa volta, non essendo più un poliziotto Harry si troverà ad agire nella zona grigia, tra il bene e il male. Per condire questo agire, ci sono anche i dilemmi personali che lo attanagliano, tutti perfettamente descritti da Jo Nesbø. Con Harry condivideremo i sospetti, penseremo di aver finalmente smascherato l’assassino ma, la scrittura di Nesbø così coinvolgente, trascina nell’oscurità, è adrenalinica, con colpi di scena inaspettati. La scrittura, con grande merito delle traduttrici, richiama immagini forti, i dettagli che vengono serviti a chi legge, puntuali e precisi, i personaggi mai banali. Fino alle ultime pagine il fiato è sospeso, la voglia di arrivare alla fine è grande ma il paragrafo finale riserva un ultimo brivido.
Consigliato a chi, come me, ha letto tutti i precedenti; a chi ama i thriller ben costruiti.