Leggere “ Lontani parenti , anzi direi Veit Heinichen, può trarre in inganno. Un semplice motivo: Questo scrittore viene posto, oggi, all’attenzione della critica grazie a “ Lontani parenti “ come se quest’ultimo fosse il suo esordio di autore noir. In realtà è da tempo che Heinichen è all’ opera, e con lui le indagini del commissario Proteo Laurenti e la città di Trieste. Città nella quale Heinichen vive da tempo e divenuta di fatto la sua città di riferimento. Detto questo non possiamo che entrare a conoscere “ LONTANI PARENTI “ l’ultimo in ordine di tempo scritto dallo scrittore tedesco. Ci troviamo di fronte ad un noir che non fa sconti a niente e nessuno. Non fa sconti e non sottovaluta i pregiudizi, che tra l’atro si sviluppano e si moltiplicano a dismisura. Non sottovaluta i rigurgiti di nostalgici di un fascismo sconfitto, i fascisti che sono di nuovo all’opera in tutta Europa; l’ideologia suprematista; della razza bianca; del sostituzionismo etnico; l’antisemitismo, l’islamofobia; una società neoliberista/autoritaria ed elitaria; “ prima gli italiani “…. Trieste si presta alla perfezione rispetto a questi aspetti. Trieste ed il dopoguerra con ciò che ha lasciato, dove tutti sono contro tutti; dove il nazionalismo è un punto di riferimento; Trieste un covo di pazzi, sfaccendati, ubriaconi e, perché no, scrittori, Saba; ed antipschiatrici come Basaglia;i triestini con il loro piacere, quasi sensuale, di stare al sole ed essere in costume già a febbraio. Trieste è, e non potrebbe essere altrimenti, la RISIERA di SAN SABBA, il forno crematorio; è quanto accaduto in tutta Italia con il non aver fatto i conti con un passato che ritorna; dove nei centri di potere ci sono gli stessi di prima divenuti antifascisti; dove la piazza di riferimento, per chi vi abita, divenuta ufficio di collocamento del lavoro in nero è lasciata andare al degrado per puro e semplice calcolo politico. Una Trieste che ha anche le sue prelibatezze culinarie dagli gnocchi di semolino sul brodo con la gallina che ha marinato per una notte con la vodka;alla tipica pasta fresca istriana cioè i fusi con il sugo di gallina L’indagine di Laurenti si muove proprio su questi temi visto che il movente deve essere ricercato nel passato, in vecchie storie di guerra. Un passato che …. finirà mai? Leggere Heinichen ci fa venire in mente i tanti storici che hanno messo in discussione miti divenuti patrimonio comune e diffuso: “ italiani brava gente “, “ il fascismo ha fatto anche cose buone “; dal mai dimenticato Claudio Pavone agli attuali Davide Conti e Francesco Focardi: “ quando i fascisti entravano nelle case da perquisire, bussavano, i nazisti la buttavano giù a calci “. In questo contesto, evidenti i contrasti che sorgono tra il commissario Laurenti ed il procuratore capo. Quest’ultimo riconduce gli omicidi, 2 ,entrambi compiuti con una balestra, opera di un serial killer; punto di vista non condiviso dal commissario Laurenti anche solo per la definizione abusata nelle serie tv USA ma soprattutto per una analisi della procedura avvenuta per gli omicidi tutti secondo lui con lo stesso movente e non d’impeto; con il sostituto procuratore capo divergono anche valutazioni ideologiche/politiche sul chi sono “ i cattivi “. Laurenti che privilegia andare a piedi per vedere e capire i cambiamenti che si susseguono in città e che se qualche novità c’è, di sicuro con questo modo di fare, si verrà a sapere; un commissario che possiamo definire di visioni decisamente democratiche. Tantissimi sono i riferimenti, non solo agli avvenimenti che hanno scritto la storia in quelle zone, ma soprattutto ai tanti comportamenti tenuti ovunque come il mettersi dalla parte giusta a cose fatte, perché è nel giusto solo chi sta dalla parte del vincitore. E’ in questa situazione che Laurenti si trova a destreggiarsi, e per farlo nel miglior modo possibile si trova nella condizione obbligata di rivolgersi a chi ha fatto della ricerca storica un vero e proprio lavoro. Ed anche in questo caso Laurenti ha il suo punto di vista, che poi in realtà non è solo il suo: la storia la scrive chi è al potere e bisogna saperla leggere visto che ci sono molte interpretazioni;e visto che il futuro è stato costruito su fondamenta marce rendendo accettabile e sdoganato ciò che era considerato, ormai, fuori dalla storia. Laurenti che diffida di ipotesi formulate d’impeto visto che agire in modo troppo frettoloso può far sfuggire cose fondamentali; mentre privilegia l’ascoltare, il riflettere, la pazienza, lo studio dei dettagli, i risultati di laboratorio, i movimenti bancari e le intercettazioni telefoniche. Heinichen usa Laurenti e questo noir per entrare direttamente negli avvenimenti che hanno caratterizzato, nel male, la storia di questo paese, uno su tutti l’operazione STAY BEHIND, cioè Gladio e tutto quanto ci fu dietro per contrastare una possibile invasione dell’Italia da parte dell’Unione Sovietica. A fine di questa lettura, un auspicio è d’obbligo:siccome autori non conosciuti possono riservare ottime sorprese, che ci siano altri Heinichen ….
Noir
Recensione a cura di Dario Brunetti E’ un testo di pregevole fattura, l’ultimo lavoro firmato da uno dei migliori noiristi italiani, il genovese Bruno Morchio