La scelta del caporale
Genova 1974, una città stretta tra malavita, terrorismo e il fallimento di un importante istituto bancario. In questo contesto Il Caporale si occupa di eliminare individui della cui scomparsa nessuno avrà mai di che lagnarsi. Tutto fila liscio fino a quando il figlio dell’ultima vittima sarà scomodo testimone dell’uccisione del padre. Il terreno intorno al Caporale comincia a scottare, tanto che il killer decide di preparare un piano di fuga, insieme all’inseparabile Rocco e Isabel, una prostituta messicana. L’incontro con un misterioso sacerdote e l’abboccamento con l’enigmatico Prisco arrivano a ostacolare i progetti dei tre personaggi.
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Marenzana accantona i suoi personaggi Bendicò e Maida, protagonisti assoluti dei suoi gialli storici e si ripresenta con un noir ambientato nel periodo brigatista.

Siamo a Genova, agli inizi degli anni ’70 e si lotta per contrastare il terrorismo che sembra voler destabilizzare il paese, ma c’è anche la malavita organizzata che imperversa e un killer spietato pare aver scelto le sue vittime sul proprio cammino: senza alcuna pietà non darà loro via di scampo.

Questo killer feroce, che viene chiamato da tutti Il Caporale, è affiancato dal suo stretto amico Rocco e da una prostituta messicana di nome Isabel.

Un omicidio efferato vedrà la presenza, sul luogo del delitto, di un testimone che, per i suoi occhi innocenti non avrebbe mai dovuto assistere: si tratta del figlio della vittima.

Il Caporale non troverà più terreno fertile e sarà costretto a rivedere i suoi piani.

Marenzana è chiamato a diversificare completamente lo stile narrativo adattandolo a questo noir, con un protagonista come Il Caporale, che non fa sconti a nessuno: freddo, lucido e determinato sembra muoversi come un automa, rivelandosi un vero esecutore, proprio come il primo Terminator di Arnold Schwarzenegger.

Ma qui non siamo in un film di fantascienza, non siamo tra robot, qui c’è una Genova che combatte e deve difendersi da gruppi eversivi; il 1974 è l’anno in cui, in città come Brescia in piazza della Loggia e in provincia di Bologna, a San Benedetto del Sambro, avvenivano attentati di matrice terroristica, è l’anno in cui i Rolling Stones si affermavano con brani come Satisfaction, l’anno in cui prendeva piede l’anima rock e ribelle di molti giovani che andavano assimilando la musica dei Led Zeppelin, come rimarca nel romanzo il buon Marenzana.  E poi c’è lui: il Caporale che conosce solo un unico linguaggio, quello delle armi e ha intenzione di spargere altro sangue mettendo definitivamente a tappeto una città già in ginocchio.

La cifra stilistica de Il caporale è quella del noir della miglior tradizione, apprezzabile per la sua scrittura essenziale e chirurgica proprio come il genere richiede, l’autore è in grado di offrire un romanzo all’altezza delle aspettative, ripercorrendo un’altra tappa fondamentale che ha scritto la storia del nostro paese.

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