Possiamo dire, senza ombra di dubbio, che Piergiorgio Pulixi ha decisamente portato pagine molto interessanti nel panorama del noir italiano. Ci sta abituando, positivamente, alla sua capacità di scrivere di un personaggio o di un fatto che lo ispira e quando ci aspettiamo un nuovo nero collegato al precedente, ecco che invece Pulixi ci porta a seguire vicende che hanno a che vedere con altri suoi personaggi. Per cui se abbiamo avuto a che fare con il ciclo poliziesco con Biagio Mazzeo, o con romanzi, per così dire “ a sé stanti “, ad esempio “ L’ira di Venere “ o, il mio preferito in assoluto, “ L’Appuntamento “. Con “ La settima luna “ siamo di nuovo di fronte al vicequestore Vito Strega, che è un uomo al servizio della giustizia e senza la puzza sotto il naso di chi si sente superiore, e le sue fidate collaboratrici, Rais e Croce. In questo caso c’è anche un passaggio, dovuto ai successi investigativi precedenti, il passaggio dall’Unità di analisi del crimine violento al Servizio Indagini per risoluzione di crimini violenti di matrice seriale Speciali, accentuando il binomio, sempre più stretto, tra psicologia e criminologia. Due ragazze sparite, tenendo in considerazione che le sparizioni se non avvengono per allontanamento volontario, avvengono con il coinvolgimento di un familiare e la Sardegna che è, non solo sullo sfondo, ma soprattutto descritta attraverso panorami dal fascino selvaggio e primordiale con antichi sentieri percorsi dai pastori e che dire del Supramonte; e della testa del cervo …. dalla Sardegna veniamo portati alla nebbia del Ticino di Garlasco, con il suo triste vissuto trascorso; dalle distese azzurre del mare di Sardegna alle ciminiere delle fabbriche dismesse. E’ l’indagine che ci tiene attaccati alla lettura; indagine che come ormai abbiamo imparato: più passano le ore e più la possibilità di risoluzione del reato si attenuano; indagine su un omicidio, avvenuto per emulazione, su un omicida che ha come complice il maltempo, le condizioni meteorologiche devastanti. Pulixi ci porta ad affrontare realtà a noi sconosciute; realtà che risiedono in un lontano passato attraverso sacrifici umani, riti pagani e comunità prenuragiche. Sono tanti gli elementi evidenziati in questo noir, elementi che spesso e volentieri caratterizzano il noir, come ad esempio la cocaina, i mass media che fanno audience grazie ai crimini ed a quanto sangue sgorga da essi,l’imprenditoria corrotta, la politica malata e la criminalità organizzata con attività che in realtà non sono altro che vere e proprie lavatrici di denaro sporco e direzione Distrettuale Antimafia. All’inizio abbiamo accennato alla psicologia, e non a caso, visto che ne troviamo conferma dai sensi di colpa di chi ha avuto un passato di violenze familiari subite e di cui si porta sulle spalle tutti gli effetti conseguenti di essa. Stegra/Pulixi scioglie, pagina dopo pagina, una matassa apparentemente inestricabile mettendo al centro la descrizione di una famiglia disastrata e sull’orlo dell’incredibile. Un’indagine che grazie anche a personaggi emersi nelle inchieste precedenti, scava nei meandri della manipolazione alla ricerca di una libertà non tanto da cosa, ma bensì da chi. Finito di leggere, ne usciamo con un dubbio: il prossimo di Pulixi chi avrà come protagonista?