Scrive l’autore che episodi analoghi a quello di cui si parla nel romanzo se ne trovi, purtroppo, più di una traccia nella dolorosa storia della Grande Guerra.
Non avevo mai letto nulla di Giovanni Grasso e sono contenta di averlo fatto, la lettura procede speditamente, è una storia anche di guerra e leggendo le pagine del diario del tenente Giardina, penso subito a come tutte le guerre, in tutti i tempi, portino solo dolore e distruzione, non c’è giustificazione alla guerra, perdono tutti, chi muore e chi rimane. Tanto dolore, tanta rabbia.
Il romanzo ha una doppia collocazione, il presente e il passato, i salti temporali sono costanti. È con una pagina del diario del tenente Giardina, che si apre il racconto, si tratta delle descrizione dell’avvicinamento alla destinazione, il Passo San Pellegrino, del battaglione che comanda. Il tramonto che tinge le cime di rosa rende il posto fiabesco, tutto è calma e quiete. Siamo nel 1917, la Grande Guerra, nella quale molte battaglie furono combattute con enormi perdite di vite umane sulle Dolomiti. Si passa nel capitolo successivo al racconto che ci permette di conoscere Luce che tornata in Italia, per la morte della amata nonna. si trova un compito da assolvere, trovare la tomba del bisnonno e portargli un fiore. Tralascio il racconto delle vicissitudini che porteranno alla scoperta della verità che si cela dietro la vicenda. Accompagneremo la protagonista in un viaggio doloroso a tratti allegro, che da Roma la porterà a Caltanissetta e da lì alle Alpi. Scopriremo come, una volta accertata la verità e compiuto il viaggio, Luce sarà una persona diversa. Al suo fianco Marco, il nipote del tenente Giardina, un giornalista che si appassionerà alla storia e che scoprirà una verità dolorosa che lo riguarda. Nelle pagine del diario, troveremo le descrizioni dei soldati semplici e dei graduati, la semplicità e linearità del pensiero dei primi, la boria in quasi tutti i secondi.
Scrittura intensa, una piccola storia dolce-amara.