Il sangue dei peccatori
Il Sud degli Stati Uniti è un luogo fondato su fatti di sangue e di oblio. Titus Crown, ex agente dell’FBI e primo sceriffo nero della contea di Charon, Virginia, ha sempre vissuto questa verità sulla sua pelle. E a un anno esatto dalla nomina, in quella che tutti considerano una cittadina tranquilla, l’antica violenza riemerge: un insegnante di liceo viene ucciso con un colpo di fucile da un ex studente, Latrell Macdonald, subito abbattuto da un agente sui gradini della scuola. Prima di morire, il giovane ha il tempo di urlare un’ultima frase: “Guardategli nel telefono”. Buona parte dei cittadini ha già condannato l’assassino, l’ennesimo nero sbandato che ammazza un uomo onesto, ma l’istinto suggerisce a Titus che quelle di Latrell non sono le farneticazioni di un pazzo. Sul cellulare di quel professore amatissimo, lo sceriffo trova le foto di tre individui intenti a seviziare e uccidere adolescenti di colore. Due di loro, Latrell e il professore, sono morti, ma il terzo, che nelle foto indossa una maschera da lupo, gira ancora per le strade di Charon. Mentre Titus e la sua squadra danno la caccia all’Ultimo Lupo, all’ombra delle statue dei generali confederati le tensioni tra suprematisti bianchi e comunità nera si infiammano, e Titus si trova stretto fra i suoi doveri di tutore della legge e le sue radici, accerchiato dai fantasmi di un passato senza redenzione.
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Con “ Il sangue dei peccatori “, consigliato da Stephen King e Michael Connelly, Cosby sfata il luogo comune che se non hai letto il precedente libro non puoi leggere l’ultimo; anzi Cosby rafforza il concetto che non sempre il libro che hai sottomano è il seguito del precedente . “ Deserto d’asfalto “; “ Legittima vendetta “; “ Il sangue dei peccatori “ non sono collegate tra loro. In effetti un filo che le unisce c’è: la questione razziale negli USA, la discriminazione verso l’essere nero, i pregiudizi delle forze dell’ordine verso i neri. Con Cosby non puoi sottrarti dal conoscere questa realtà sottaciuta e poco affrontata. L’ambientazione con conseguente contesto: lo stato della Virginia, uno stato rurale,Charon, con più armi che persone, la contea in cui il dilagare dell’eroina è l’elemento che si impadronisce della mente dell’omicida; il SUD degli USA caratterizzato da violenza, caos, da un retroterra culturale fatto di razzismo a cui si accompagna il tentativo di riscrivere la storia attraverso la cosiddetta “ guerra delle statue “ e la presenza ostile dei suprematisti bianchi che individuano negli immigrati il nemico interno, il nemico da combattere. Titus, uno sceriffo di colore, anzi il 1° sceriffo nero nella storia della contea, uno sceriffo nero e non lo sceriffo dei neri, che vuole cambiare le cose lavorando all’interno del sistema, si trova a dover indagare su un fatto che apparentemente rientra nella normalità statunitense, vista la quantità di armi in circolazione in tutti gli USA: in un liceo un uomo fa irruzione e spara uccidendo il professore illuminato. Il fatto avviene in una città relativamente tranquilla decretando la fine della pace. Relativamente tranquilla visto che quando verrà sollevato il coperchio, ciò che verrà alla luce sarà un qualcosa di impossibile da accettare: 7 ragazzini sottoposti a violenze sessuali, tutti neri e/o con la pelle scura, uccisi e fatti sparire, quello che viene alla luce è il mondo perverso e criminale della pedopornografia con tanto di video ripugnanti. Titus stretto tra due fuochi: chi lo odia per il colore della pelle e chi lo considera un traditore; che si trova ad avere a che fare anche con l’ostracismo del presidente del consiglio comunale, Scott, affetto dall’affermare il proprio ego, con meschine aspirazioni ed una fame disperata di potere, che si ritiene un soldato coraggioso in prima linea, un viziato. Un Titus garantista,a cui non piace affatto arrestare qualcuno, che odia l’ipocrisia e considera il rispetto elemento fondamentale del vivere quotidiano; con un’ottima memoria, sempre con il block notes a portata di mano, con una risorsa fondamentale come l’intuito, che ricorre alla costruzione di un identikit psicologico del sociopatico ricercato, che ha una visione negativa dell’umanità; che ha una relazione malata con DIO, con le tante Chiese presenti e quindi con la religione che è allo stesso tempo consolazione e credulità; a cui non piace fare promesse per non creare delusioni nonostante e proprio per il fatto  che la gente abbia bisogno di rassicurazioni e che non si considera affatto un genio dell’investigazione Le caratteristiche descritte mettono in evidenza le sostanziali differenze e l’incompatibilità tra i due. In conclusione con questo  genere di scrittura, un vero e proprio romanzo sociale, Cosby ci parla di questioni razziali,di diritti degli oppressi, del potere della polizia, di un’indagine e della ricerca del colpevole, attraverso un poliziesco e che ci porta a confrontarsi con un noir di tutto rispetto.

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