IL GIOCO DELLA NOTTE
Quattro ragazzi, la notte di Capodanno. La festa, l’ebbrezza, un gioco in cui la posta diventa sempre più alta. Camilla Läckberg scandaglia gli abissi dell’adolescenza e il luogo più oscuro e minaccioso che ci sia: la famiglia. Mentre fuochi cadono come paracaduti colorati e girandole luminose esplodono in cielo, Max, Liv, Anton e Martina festeggiano tra di loro la fine dell’anno. Ragazzi ricchi, belli, viziati per il mondo indossano una maschera impeccabile, dietro cui però nascondono odio e dolore. Il catering serve aragoste, caviale, champagne e i quattro attingono anche alle bottiglie da collezione che sono in cantina. Amoreggiano, fumano, spiano i genitori nella casa vicina. E iniziano a giocare. Dapprima Monopoli, poi Obbligo o Verità. E ben presto un passatempo un po’ malizioso deflagra nell’occasione per mettersi a nudo e liberarsi, finalmente, del peso della verità. Prima edizione mondiale.
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Recensione a cura di Manuela Fontenova

C’era una volta la regina del giallo nordico, amata per le sue narrazioni intrise di quotidianità e di vita familiare tanto da attribuirle la nascita di un filone denominato “Giallo domestico”. Nostalgici di Fjällbacka, di Erica Falck e di Patrick Hedström, deponete ogni speranza, la nostra Camilla Läckberg non tornerà più.

La svolta arriva nel 2018 con la pubblicazione di Donne che non perdonano un ottimo romanzo breve sul tema della violenza femminile: tre protagoniste legate dalla comune esperienza con partner violenti che troveranno l’una nell’altra la forza di porre fine alle proprie sofferenze.

Nel 2019 arriva il romanzo che celebrerà la rinascita letteraria dell’autrice, La gabbia dorata. Un successo mondiale, un tour promozionale da capogiro (e qui con un grande orgoglio possiamo dirlo, GialloeCucina c’era!), una nuova e accattivante protagonista, Faye. Alle basi del cambiamento ci sono ragioni solide, preoccupazioni, impegno sociale e la storia è davvero ben scritta, la trama regge, il colpo di scena arriva inaspettato. Dopo anni di scrittura definita dalla stessa Camilla una comfort zone, il rischio di un cambio così drastico rispetto alla serie che l’ha resa famosa, la ricompensa con l’entusiasmo dei lettori.

Non si abbandona la via del successo e nel 2020 ecco il secondo capitolo della serie di Faye, Ali d’argento, un romanzo che si allontana dal tono del precedente, scade nei cliché, nella caricatura, restituendo un’immagine delle donne ben lontana dalla realtà. Sesso, alcol, soldi, vendetta e violenza sono i perni attorno ai quali regge una storia debole e poco credibile.

Arriviamo al nuovo uscito Il gioco della notte, un romanzo davvero breve ma molto atteso dai lettori, poco più di 100 pagine per un racconto che si svolge tutto nella notte di Capodanno.

In un elegante e ricco quartiere di Stoccolma, quattro giovani amici si riuniscono per festeggiare : Liv, Max, Martina e Anton sono cresciuti insieme, una vita lussuosa, scuole private, soldi ed eccessi li accomunano da sempre. Sono tutti a casa di Max, l’alcol scorre a fiumi, il malumore è tangibile e gli sguardi corrono spesso alla villa di fronte, dove quattro coppie si sono incontrate per salutare l’anno. Sono i loro genitori, le amicizie dei grandi si sono trasmesse ai figli e non solo…

La serata non decolla, ognuno è perso dietro a un pensiero, un tormento, un dolore. Quattro adolescenti che in apparenza hanno tutto, che bevono champagne e mangiano aragoste: perché non sono felici? Perché ogni famiglia ha dei segreti e Liv è troppo giovane per sentirsi così spezzata, Max troppo esile per reggere sulle spalle certe verità, Anton ha uno smisurato bisogno di essere accettato e Martina vorrebbe solo essere amata. Anni di amicizia e nessuno sa niente dell’altro, ma è l’ultima notte dell’ennesimo brutto anno e pian piano i giovani si liberano dei segreti che da troppo tempo si portano dentro. È una strada senza ritorno, il peso delle verità svelate aleggia nell’aria, sono micce in una polveriera.

La vendetta, la violenza, il lusso, l’alcol, le droghe: tutto nuovamente ruota attorno a questi temi. Sicuramente la lettura scivola veloce e devo dire anche con una certa curiosità, il ritmo incalza e la situazione sembra sempre sul punto di esplodere tanto che il lettore non sa mai cosa aspettarsi, ma credo di aver letto troppo in un solo romanzo. Troppo dolore, troppo sesso, troppo alcol, troppo lusso! La vendetta sembra ormai un punto fermo nella scrittura della Läckberg, il male è in agguato e soprattutto ricorre il tema di uomini violenti, dai quali bisogna difendersi e di donne belle ma infelici, schiave delle dipendenze e di sentimenti tossici.

Il libro mi è anche piaciuto, l’autrice sa scrivere e sa raccontare, i personaggi di Liv e Max mi hanno colpito e forse mi sarebbe piaciuto conoscerli meglio, sarebbe stato interessante approfondire le dinamiche familiari e sociali, contestualizzare la storia per dare al lettore una visione più completa. Sembra che la vendetta però sia il solo fine di questa narrazione ed è un peccato perché credo che ne sarebbe venuto fuori un bel romanzo, e invece mi ritrovo a considerarlo come un’occasione persa.

Ho sempre sostenuto che avrei continuato a leggere la  Läckberg quand’anche avesse scritto il bugiardino di un digestivo e così farò, nella speranza di ritrovare finalmente quella scrittrice che ho seguito con avidità negli anni e che mi ha regalato uno dei pomeriggi più belli della mia vita.

Ve lo consiglio? Mi prendo la libertà di non rispondere.

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