Con “ Debiti di sangue “ abbiamo a che fare con il secondo capitolo che vede protagonista l’ispettore Vazquez, e la sua compagna Irene che nasconde una verità importantissima, e che ci fa fare un passo in avanti nel conoscere le capacità di scrittura di Susana Rodriguez Lezaun. Se con il precedente “ Senza ritorno “ abbiamo avuto la possibilità di apprezzare quanto scrive la Rodriguez, con “ Debiti di sangue “ non possiamo che confermare il giudizio positivo già scaturito in precedenza. La Spagna e Pamplona,una città dove non succede niente, con le sue spinte autonomistiche, la crisi economica con la sua bolla finanziaria, si fa sentire tra fallimenti, commissariamenti ed istituti finanziari in bancarotta. L’ispettore Vazquez refrattario sia agli ordini, in particolare a quelli che vanno contro il suo buonsenso, sia alle pressioni politiche, che si fanno sentire in modo pesante, e che desidera comunicare immediatamente con i familiari dell’ucciso in quanto i primi momenti possono essere importanti nell’acquisire informazioni utili viste le difese basse e la mente offuscata che in questi casi sono caratteristica comune a chi subisce eventi luttuosi e se il tempo passa ciò è sicuramente a sfavore delle indagini . Un ispettore che è capace di tenere fuori dal proprio modo di agire i sentimenti per trattenere solo le informazioni rilevanti ed i dati di fatto, e che se ha in Irene il modo per lasciarsi alle spalle dolore, morte, e tutti i lati della cattiveria, percepisce il carattere delle persone attraverso segnali che possono essere considerati secondari, ma non lo sono per lui, studiare il linguaggio del corpo come ad esempio la forza ed il tempo di una stretta di mano; che tiene in considerazione, come maestra di insegnamento, l’esperienza acquisita e la applica nel mettere sotto pressione l’indiziato in modo da farlo innervosire e fargli fare un passo falso. Ma dicevamo della crisi economica, con le difficoltà di una società con la gente disperata; con gli effetti collaterali che produce e che prolungati nel tempo con tagli ai servizi sociali,con le bollette non pagabili, è normale che la situazione si esasperi: Jorge Viamonte, presidente della banca ispano-francese, banca con responsabilità diretta a proposito dell’ondata di sfratti, della chiusura di molte imprese, di crediti negati a privati e piccole imprese viene ucciso e che anche se il passare del tempo lo avrebbe consegnato all’oblio, il fatto scatena il panico. Ma se proprio la si vuol dire tutta sia l’ispettore Vazquez che Irene sono superati nell’attenzione che il lettore pone a queste 403 pagine, dalla figura di Gabriela con la doppia vita scaturita dalla crisi che colpisce soprattutto il modo del lavoro, anzi la forza/lavoro. Gabriela che impersonifica quel minimo di solidarietà che esiste soprattutto tra gli ultimi, gli avanzi, della società; l’umanità e la sensibilità di chi ha toccato il fondo. Un’altra figura espressione vera della crisi è il fratello indigente, alcolista, drogato, che vive di carità, del presidente della banca ispano/francese. Un romanzo che parlando di Spagna non può non citare i sommovimenti sociali che si sono prodotti negli anni scorsi dagli indignati; al M15 a Podemos. Interessante anche la descrizione etimologica del significato di banca. Comunque anche Rodriguez Lezaun come ad esempio Markaris o Dominique Manotti fa ruotare il tutto su il denaro e sulle acque turbolenti della finanza internazionale ed i suo valore attrattivo in cui la linea tra legale ed illegale diviene labile. All’indagine sull’assassinio del direttore della banca in parallelo si affianca quella rispetto ad Irene ed anche la relazione sentimentale diviene indagine. Leggendo degli scontri interni alla banca per il potere, per incarichi dominanti, dove l’uno attacca l’altro; gli sgambetti reciproci ; addirittura si capisce che la preoccupazione dei vari arrivisti non è conoscere l’omicida ma conoscere chi diventerà il nuovo direttore, dove il sentimento prevalente è l’ambizione e non il dolore; questo clima ci fa venire alla mente Brecht con il suo “ Cos’è rapinare una banca a paragone del fondare una banca “. Le banche che con il denaro a disposizione producono volutamente contabilità irregolari, truffe o frodi e nel caso che qualcosa vada storto, c’è sempre un paradiso fiscale a disposizione, oppure mettono in piedi società di intermediazione per incassare sostanziose commissioni. Le due indagini parallele avranno esiti diversi e non ci resta che aspettare l’uscita del terzo romanzo che sarà l’ultima parte della trilogia nata dalla penna di Susana Rodriguez Lezaun.
Noir
Recensione a cura di Alessandro Noseda Trovate un posto comodo e leggete senza interruzione – vi ci vuole una giornata di relax, dedicata a voi