Recensione a cura di Marika Mendolia
“Scirocco e zagara” rappresenta una narrazione alquanto dinamica, dai toni investigativi e furtivi, il tutto condito da una meravigliosa ambientazione siciliana dal retrogusto malinconicamente paesano. Il commissario Gianluca Mariangelo uomo dalla bonaria personalità meridionale si troverà ad indagare tra la malavita barcellonese e lo sfruttamento ed il traffico di immigrati Il corpo esanime di padre Giovanni Rossi viene ritrovato all’interno di una fontana nel giardino della sua lussuosa villa, mentre le alte sfere ecclesiastiche vorrebbero assolutamente e velocemente chiudere il caso a titolo accidentale per celare il tutto, il commissario è pienamente titubante della situazione e decide di procedere con le dovute indagini. Insieme al brigadiere Fascia suo collega ed intimo amico, riuscirà a smascherare ciò che di più oscuro e deleterio nasconde la Chiesa che con la propria promiscuità sin da tempi remoti, ha sempre stroncato la giustizia facendola franca.
L’ omertà, piaga perennemente sociale non è mai sparita, ancora oggi agisce costantemente e malevolmente in una comunità che purtroppo non maturerà mai.
All’inizio di tale narrazione conosciamo il commissario attraverso le proprie vicende personali. Giuseppina la consorte di Mariangelo che con fare scontroso affievolisce relazionalmente il loro rapporto, mettendo alle strette Gianluca. La vicenda si dirama con tono palesemente serrato, trasportando il lettore in un turbinio di brillanti intuizioni, enigmi massonici ed un groviglio meticoloso che pian piano si discioglie, volgendo ad una conclusione inaspettata e ingegnosamente originale e quasi surreale. Aver letto questo giallo è stato come affiancare in prima persona Mariangelo, passeggiare con lui per le più belle vie di Barcellona pozzo di Gotto ed essere parte costante dell’indagine. L’autore è riuscito magistralmente a plasmare ed intrecciare una narrazione ben delineata, dove ogni presunto figurante è legato all’altro da un’invisibile filo conduttore che al proprio culmine riparte inaspettatamente e prepotentemente cambiando le carte in tavola ed intessendo un finale scenico da far perdere nettamente la testa.