Anna O
Anna Ogilvy è una scrittrice venticinquenne di talento, ha fondato da poco un suo giornale, proviene da una famiglia importante e ha un brillante futuro davanti a sé. Una notte, però, durante il sonno, pugnala a morte i suoi due migliori amici e, da quel momento, non si risveglia più. È stata colpita da quella che i neurologi chiamano “sindrome della rassegnazione”, un rarissimo disturbo psicosomatico che la induce in uno stato di sonno perenne. Sono passati quattro anni da quella terribile notte quando il dottor Benedict Prince, uno psicologo forense esperto nel campo dei crimini legati al sonno, viene incaricato di indagare sul caso di Anna O, la “Bella Addormentata”, come i tabloid l’hanno ribattezzata. I suoi studi e i suoi metodi sembrano essere l’ultima speranza di risolvere il caso, svegliando l’assassina per far sì che possa essere finalmente processata. Ma la situazione in cui si trova Benedict è molto più complicata: altre persone sono coinvolte nella vicenda e non sono affatto felici del compito che è stato assegnato al dottore. Lui, a sua volta, è un uomo dal passato turbolento e costellato di misteri. Mentre lavora con Anna cercando di svegliarla, Benedict dovrà anche capire cosa è realmente accaduto e se è giusto ritenerla responsabile dei suoi crimini. Non sa, però, del pericolo che incombe su di lui e sulla sua paziente, e nemmeno immagina la portata dei segreti che si celano dietro al caso Anna O. Matthew Blake firma un thriller psicologico in cui il confine tra preda e predatore, tra vittima e carnefice, tra innocente e colpevole è sempre effimero e volubile.
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Cosa potrei leggere? ti domandi, e se come risposta ti ritrovi un tomo di 730 grammi con 506 pagine, i dubbi se passare a qualcos’altro sono del tutto legittimi. Legittimi certo, ma in questo caso ingiustificati visto che “ ANNA O “ è da non perdere assolutamente. Un noir psicologicamente che non ti fa distogliere l’attenzione, arrivi in fondo e non credi che sia poi così lungo. Queste 506 pagine ruotano attorno alla cosiddetta “ Sindrome della rassegnazione “, che si presenta con la totale assenza e rimozione della speranza, causata dal fallimento, da una mancanza, da un’assenza, dal fatto che gli esseri umani possono sopportare solo una certa quantità di dolore oltre il quale corpo e mente vanno in letargo per proteggersi ed al fatto che la protagonista, una malattia che come tante altre ( Alzheimer ecc .. ) non può essere spiegata;Anna, figlia di un ministro del governo ombra, padre finanziere impotente di fronte alla sofferenza della propria figlia, senza precedenti penali, né episodi di violenza pubblica, di malattia mentale intenti omicidi, ha passato 4 anni della propria vita a dormire, praticamente un fantasma, stanca di una stanchezza che logora, con il desiderio che la notte finisca quanto prima, che più che sogni  ha terrori notturni, intrappolata dalla propria mente, protetta dal proprio corpo. Ma non è solo la figura di Anna ha catturare l’attenzione, abbiamo anche  Benedict Prince, psicologo forense, esperto di quanto è attinente al sonno ed i crimini collegati ad esso, un consulente ricercato, e spesso al servizio delle più famose agenzie di studi criminal, che fa ricorso a stimoli culturali per risvegliare il paziente, attraverso i ricordi, nonostante i ricordi siano cose pericolose, di un momento felice della vita, consulente per la polizia metropolitana, interpool, fbi, agenzia nazionale anticrimine su reati e valutazioni legati al sonno, con Primo Levi come riferimento per studiare le persone che hanno perso la voglia di vivere avendo sopportato qualcosa di peggiore della morte, alla ricerca della verità più profonda ed emotiva, avendo ben in mente che quello che è successo dopo lo capisci solo da quello che è successo prima, elemento non secondario per capire cosa è successo, autore di libri sull’argomento, un investigatore della mente, della psiche, per diagnosticare le cause degli eventi criminali. Benedict ha un compito difficile da assolvere, diviso in 3 parti: 1) capire cosa può unire la “ sindrome della rassegnazione “, disturbo neurologico funzionale, ed una mente criminale; la teoria del sonno ed il suo legame con il comportamento criminale; 2) perché non riusciamo a ricordare cosa è successo quando ci svegliamo; 3) lavorare per far risvegliare Anna, i cui sensi sono da risvegliare, e capire se può essere considerata  responsabile di ciò che ha commesso, esaminare il crimine in sé oppure l’intento criminale. Già!, pongo rimedio all’aver dimenticato di dire che Anna ha ucciso i suoi due migliori amici, e poi si è addormentata. Avere a che fare con lo stato di incoscienza che caratterizza Anna, vuol dire avere anche a che fare con la clinica del sonno nella quale è ricoverata, ovviamente sotto sorveglianza, una clinica che pare una santuario, dove vige un silenzio ecclesiastico tra neurologi, psichiatri, psicologi, psicoterapeuti, terapisti, con le sale riservate ai vip, struttura medica di sicurezza. con la professoressa Bloom, definita la miglior guru del sonno. Bloom, una specialista decisamente fuori da qualunque norma, si potrebbe dire “borderline “: beve senza alcun limite, due bottiglie di vino a pranzo è la linea che segue, con un suo particolare modo di affrontare la vita, consulente e docente di psicologia clinica, socia amministratrice presso la clinica del sonno. Potrei proseguire oltre ma facendo così poterebbe sembrare che “ ANNA O “ sia un libro per addetti ai lavori, ma ciò che abbiamo di fronte non è la ricerca del chi, del come, ma del perché, del perché è possibile umanizzare la follia. Pagine da maneggiare con cura, con cautela, perché contengono materiale particolare, un libro da non consigliare a coloro  che sono deboli, precari ed instabili mentalmente, o comunque questi citati facciano attenzione.

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