Aver letto “ YELLOW DIAMONDS “ mi ha fatto tornare indietro di anni. Quest’ultimo, a mio avviso, è legato ad un filo che unisce quanto Roversi ha scritto in questi anni. Avete presente “ Milano criminale” ? , se non l’avete letto vi consiglio di trovare il momento per farlo. Sono passati oltre 10 anni tra quello e questo, ma le rapine restano il riferimento per Roversi. Certo i tempi cambiano, ed i rapinatori per starne al passo idem: dall’assalto alle gioiellerie ai crimini informatici. E’ davvero passato molto tempo se oggi, ed in questo noir avviene, si parla e si traffica con le cripto valute. E visti gli sviluppi, abbiamo l’UACV, unità analisi crimine violento, e di nuovo Gaia Virgili, la profiler, che analizza comportamenti, scene del crimine e attraverso l’aiuto delle conoscenze psicologiche si mette nei panni dei criminali ecc…, agente speciale di EUROPOL, con laurea in giurisprudenza, master in criminologia e per non farsi mancare niente, un corso di specializzazione a proposito di serial killer; che ama gli spaghetti aglio, olio e peperoncino e l’aikido. Un curriculum vitae niente male. Alla profiler è associata una rapina, la rapina. Roversi prende spunto da un qualcosa di veramente accaduto e lo trasforma in un avvincente thriller. Il tutto, o quasi, ruota attorno ai cosiddetti materiali preziosi. Oro, argento, platino? Magari;. Questi sono semplicemente scarti. L’attenzione deve essere rivolta ai diamanti, merce sicuramente più preziosa, e più facile da vendere/rivendere, che assomigliano tanto a delle innocue caramelle. Perché sarà anche vero che dai diamanti non nasce niente ….. Qualche riga sopra ho accennato all’EUROPOL, l’FBI europea che riunisce i migliori poliziotti d’Europa, ma dobbiamo dire che anche il mondo illegale viaggia al di là di confini definiti da accordi diplomatici o meno. Parigi, Aja, Amsterdam con i suoi morti dovuti all’ecstasy avvelenato, Torino, Londra, Belgrado e via verso est il Kosovo ed il Montenegro. Con queste 330 pagine Roversi ci riporta ad avere a che fare non tanto con i classici rapinatori, ma bensì con “ i bravi ragazzi “, quelli delle batterie degli anni 60/70 che imperversavano in particolare laddove c’era quella ricchezza che doveva divenire propria; di Martin Scorsese, i quali hanno come priorità di riferimento la fiducia verso gli altri componenti della banda di appartenenza; ognuno con il proprio compito; con una professionalità da commando addestrato. “ Bravi ragazzi” che fanno un uso criminale dell’addestramento ricevuto in passato e messo ad opera nelle guerre che recentemente hanno colpito l’Europa, abituati a muoversi e pensare fuori dagli schemi, fuori dal prevedibile, usando pianificazione e concentrazione. Dall’evoluzione del mondo delle rapine al mondo delle spie, sempre attive, nel quale non ti devi fidare di nessuno; alle crisi finanziarie, che senza aver bisogno di trattati di economia come riferimento, spiegano il perché del crack finanziario; il coinvolgimento di uomini delle istituzioni europee nelle attività criminali. Sembrano mondi separati, compartimenti stagni, ma in realtà abbiamo a che fare con un puzzle che va a completarsi pagina dopo pagina .Roversi e la prossima rapina ci aspettano …
Noir
Massimo Fagnoni ci regala una nuova avventura dell’investigatore privato Galeazzo Trebbi, che dovrà a sua volta coinvolgere il commissario Guerra, per cercare la verità sulla