Una tazza di caffè caffè
Un cadavere viene trovato a Roma sulla riva destra del Tevere. È il 7 settembre 1943 e ventiquattro ore dopo, alle 20, dai microfoni dell’Eiar Badoglio annuncerà l’armistizio. Rocco Santini è il magistrato che conduce le indagini e scopre che il cadavere è quello di un sottufficiale di polizia e intuisce che non si tratta di un suicidio come sostengono i carabinieri ma di un delitto compiuto in ambito militare, un delitto di stato. Intuizioni confermate dalle puntuali indagini che il magistrato conduce tra le mille difficoltà delle confuse giornate dopo la breve ed eroica battaglia di porta san paolo. Eventi, protagonisti e atmosfere di quelle difficili giornate nel racconto dall’autore, allora diciottenne a Roma.
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Una data simbolo: 8 settembre 1943, la guerra è finita, comunque anche se è l’ora più buia, non sparano più. Da quella data,le conseguenze che emergeranno,e certamente le trame sconosciute ed importanti, dietro, a quella data. Un sostituto procuratore, Rocco Santini, amante del jazz e del taccuino in tasca,metodico nel suo procedere, attenendosi al principio di riesaminare tutti gli elementi acquisiti, con la sua stazza incredibile. Un maresciallo, Felice Carnevale, amante del fare perché è giusto. Il contesto che da spunto a quanto scritto da Biggero sono ciò che il popolo italiano deve subìre nella propria vita quotidiana: le norme sul’oscuramento applicate anche alla viabilità dei treni, le sanzioni che fanno si che lo zucchero sia introvabile anche al mercato nero, come, ovviamente, il caffè sostituito da un estratto di cicoria o da altri surrogati. Un mercato impoverito da 3 anni di guerra. Carnevale e Santini amici, con i ricordi  degli appuntamenti del caffè caffè, di un’infanzia e di una adolescenza spensierata,con un presente preoccupante e carico di incognite ed un futuro imprevedibile. Un noir che ci fa fare i conti pagine di storia, poco e male affrontate. Pagine di storia scritte da uomini e donne che, nel bene e/o nel male, hanno contribuito al futuro dell’Italia. Da una parte il re e Badoglio che lasciano Roma; dall’altra: Trombadori, Longo ed il CNL. Ma sicuramente i civili che si armano, e che dire del suono delle sirene, dei rifugi per proteggersi. Se quanto descritto, è il cosiddetto contesto, il mistero è il ritrovamento di un militare morto. Ritrovato all’interno di un ministero, cosa che fa muovere un ufficiale dei cc nell’intento di far passare un omicidio come suicidio, e quindi i conseguenti depistaggi nel tentativo di mettere in difficoltà le indagini in corso d’opera per salvaguardare la sicurezza nazionale. A tutto questo è bene aggiungere il nefasto piano di sviluppo edilizio avviato dal fascismo a beneficio della classe impiegatizia e che Biggero ci descrive. Leggere queste poche pagine è utile sempre, in particolare in un momento in cui non solo si rimuove la storia di questo paese, ma la si vuole riscrivere.

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