Se la rosa non avesse il suo nome
William Shakespeare, lasciati momentaneamente moglie e figli nell’amata Inghilterra, è in missione per conto della Corona. La missione è segreta, segretissima, e lui, che non sa ancora di essere poeta, sbarca nelle terre della Serenissima e si stabilisce a Padova, dove c’è un inglese da trovare e riportare in patria. Padova è il centro della Repubblica di Venezia e della vita intellettuale, politica e mondana, affollata di preti, nobili, mezzane, medici, maghi o sedicenti tali, studenti, teste calde, uomini d’arme e uomini che hanno abbandonato le armi. Ed è uno di questi, un ex soldato, un ossimoro d’uomo, corpulento e agile, Vincenzo Saviolo, ad accogliere e scortare, con bastone da passeggio e modi lesti, il nostro Sir William nella sua missione segreta, segretissima. Tutto procederebbe di cappa e spada come ci si aspetta se il giovane inglese non si trovasse in mezzo a una disputa di potere e d’amore, quella tra i Montecchi e i Capuleti. Romeo e Giulietta si piacciono ma le loro famiglie tutto vorrebbero tranne che un matrimonio. Amor vincit omnia, dicono i latini, ma quello che tacciono è che non vince subito e non vince da solo. Così, quando William Shakespeare viene accusato dell’omicidio di Tebaldo, cugino di Giulietta, la sua missione segreta segretissima passa in secondo piano, perché per prima cosa bisogna scappare. Nel gruppo che fugge insieme all’inglese ci sono Saviolo, una balia, uno studente di medicina che nasconde un segreto, e altri due giovani, e ci sono pure Romeo e, a un certo punto, un frate che coi e suoi intrugli di mandragora e altre piante può far risorgere i morti. Se non fosse che la resurrezione, quando non è opera di Dio, è opera del demonio. In una sarabanda di capi comici e ostesse, dogi e bravi, Andrea Pennacchi, attore e studioso di Shakespeare, ci porta per mano, e di corsa – scappare! scappare! –, nella prima indagine del Bardo, vittima e risolutore di quella vicenda d’amore, morte e balconi che conosciamo come Romeo e Giulietta. Un esordio nel giallo folgorante.
Uscendo dalla stanza, Saviolo pensa che si annoierà a morte, con ’sto tonto. Forse il campo di battaglia non era così male, alla fine.

È tutta una corsa questo racconto. Andrea Pennacchi attore e autore ma soprattutto grande conoscitore e amante di William Shakespeare, ha confezionato una storia fantasy spruzzata di giallo, molto simile a uno spettacolo teatrale dei suoi. È sicuramente anche un giallo storico, ambientato nella Padova del Cinquecento, nel quale William Shakespeare è in trasferta per conto della Corona per trovare un inglese che è scomparso. Fra i coprotagonisti della storia oltre a Will, troviamo Vincenzo Saviolo, Christopher Marlowe, Galileo, i Montecchi e i Capuleti. Shakespeare ha ambientato opere a Venezia, Padova e Verona, ed è una vecchia idea di Pennacchi quella che Il Bardo sia stato veramente in Veneto, spostando il dramma di Giulietta e Romeo da Verona a Padova, si è preso una grande libertà. Divertente l’italiano che l’autore fa usare a Shakespeare e altrettanto l’uso del dialetto. Una storia ingarbugliata, spruzzata di ironia, godibile e simpatica da leggere. Ci sono anche elementi di denuncia sociale e politica, tipici dei testi di Pennacchi.

Siamo alla fine del 1500. Il libro si apre con Vincenzo Saviolo, valoroso combattente che sta aspettando un inglese che deve proteggere. Ha tutta l’aria di essere un lavoretto ben retribuito e poco complicato, ma come si sa, le cose facili, spesso, sono le più difficili da portare a termine. Le prime difficoltà per Saviolo sono la pronuncia del cognome dell’inglese: Shakespeare che di volta in volta diventa: Sbeps, Sgri, Sciap, Sbras, Spriss, Scrasb, ecc.ecc.

William Shakespeare ha la magica capacità di attirare i guai, mentre cerca di portare a termine il suo incarico, attorno a lui e a Saviolo si forma un gruppo composto da studenti, servitori, straccioni, personaggi storici. Fra questi anche Romeo Montecchi, giovane e simpatico ragazzo che si innamora di, eh già, proprio di lei, Giulietta Capuleti. Il dramma è servito, lo conosciamo: le famiglie non sono d’accordo e i due giovani non possono avere un futuro insieme, solo che in questo romanzo, el sior “Scrasb” viene accusato di omicidio, il morto è Tebaldo, cugino di Giulietta. Will non trova di meglio che fuggire,  assieme ai suoi nuovi amici deve trovare il modo di scagionarsi dall’accusa di omicidio e la sua missione passa in secondo piano.

Posso aggiungere che tutto troverà la giusta collocazione come ci si aspetta da un giallo ma per sapere il come e il cosa, dovrete leggere il libro.

Ne consiglio la lettura.

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