Dimentichiamo per un attimo Aosta e tuffiamoci in una realtà completamente nuova e inaspettata per i protagonisti di questa storia di Antonio Manzini dal titolo Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Sud America?
Beh i personaggi non sono poi così difficili da immaginare, ritroviamo il vicequestore Rocco Schiavone in veste non ufficiale andare alla ricerca con il suo amico Brizio del loro compagno di una vita Furio improvvisamente scomparso e che si è messo sulle tracce del loro amico traditore Sebastiano.
Ci trasferiamo direttamente nel Sud America, Rocco e Brizio faranno tappa a Buenos Aires per spostarsi nel Messico sino ad arrivare nel Costarica, un’avventura mica da poco che farà sudare sette camicie ai nostri protagonisti.
In questo volume destinato solo ed esclusivamente ai compagni di una vita, Rocco ripercorre i tempi passati, le loro avventure e disavventure nella città capitale.
Come ricordava sempre Brizio, in capitoli precedenti, a Rocco “tu sei passato dall’altra parte della barricata, sei uno sbirro e noi dei ladri ma resteremo sempre veri amici”.
Quanto diventa fondamentale questa frase che protegge i valori dell’amicizia, li rende puliti e intatti. Ma i tre protagonisti avrebbero mai immaginato che nel corso della vita ci sarebbe stato un traditore, la famosa pecora nera del gruppo?
A prescindere dal romanzo in sé, che sembra volgere su un action-thriller accompagnato da un buon ritmo che tiene alta la tensione, la storia si concentra sull’aspetto psicologico, un volume breve serve per racchiudere al meglio queste componenti e Manzini, da abile narratore, ha saputo trasmettercele strizzando l’occhio a una gemma della cinematografia italiana. Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa è un film commedia del 1968 di Ettore Scola con protagonisti Alberto Sordi, Nino Manfredi e Bernard Bilier.
Se in un testo di molte pagine, si cerca di far attenzione nel non cadere nello spoiler, figuriamoci per un romanzo breve e quindi non resta che gustarcelo, perché sono certo, che se sapremo cogliere la vera essenza di questo romanzo, lo apprezzeremo per davvero. Ogni viaggio fa parte di un’esperienza che racchiude le nostre esistenze, ci fa porre delle domande, ci fa confrontare con la realtà e a volte serve a darci le giuste risposte, che andiamo cercando, forse, da troppo tempo.