Omicidio in biblioteca
C’è una biblioteca stupenda, con un soffitto stupendo, che è la distrazione ideale per non farti scrivere il romanzo della tua vita. Eppure, un certo silenzio ti aiuta e così, con calma, ti concentri. Ti guardi intorno, ci sono alcune persone accanto a te. Sembrano interessanti. Potresti annotarti qualcosa su di loro, magari diventeranno dei person… Un urlo agghiacciante. Qualcuno è stato ucciso. Mentre Freddie, aspirante scrittrice, prende appunti per il suo libro e osserva i suoi vicini – Lettrice di Freud, Mento Volitivo e Uomo Irresistibile – non sa due cose. La prima è che quelle persone diventeranno presto anche suoi amici; la seconda è che l’assassino è seduto accanto a lei e si sta insinuando nel romanzo che sta scrivendo. I quattro si improvvisano detective e ben presto ognuno inizia a sospettare degli altri. Strano, perché tutti hanno degli ottimi alibi. Eppure l’assassino si nasconde proprio tra le righe. Del resto, le parole sono le armi più insidiose.
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Sulari Gentill, ha studiato astrofisica , si è laureata in legge e poi ha abbandonato la carriera legale per dedicarsi alla scrittura. Ora coltiva tartufi neri nella sua fattoria in Australia. Grazie ai suoi gialli ha ottenuto numerosi premi letterali tra cui il David Award e il Ned Kelly Award for Best Crime Novel, oltre a una candidatura al Commowealth Writers’ Prize. Omicidio in biblioteca è il suo primo libro pubblicato in Italia. Un giallo accattivante e assai curioso.

Siamo all’interno della fascinosa biblioteca pubblica, ovvero la Boston Public Library, dove:

“il soffitto della sala di lettura è così bello che si può stare ad ammirarlo per ore. Ed è difficile scrivere un libro con gli occhi rivolti al cielo. E’ giudicante quel soffitto: ti guarda dall’alto in basso. Ti sbeffeggia con la sua perfezione architettonica, impossibile da raggiungere affastellando una parola sopra l’altra finchè non prende forma ma qualche struttura. Ti fa venire voglia di comunicare con archi maestosi, di costruire una magnifica cornice nella quale ogni dettaglio possa trovare il suo posto: un lavoro lungimirante, simmetrico, armonioso. Ma purtroppo non è così che scrivo io.”

Freddie sta cercando, senza troppo successo, di scrivere il suo romanzo. Ma è spesso distratta:

“Mi sforzo di guardare dritto davanti a me. La ragazza accanto a me … sfoggia tatuaggi che le ricoprono le braccia dal polso alla spalla. Porta incisa sulla sua pelle la storia della sua vita. La giovane legge Freud.”

Davanti a lei altre persone impegnate, ma alquanto estrose:

“Di fronte a me c’è un ragazzo che porta una felpa con la scritta Harward Law. Rientra nel canone di bellezza classica: spalle larghe, mandibola pronunciata, fossetta sul mento- e sembra l’eroe di un fumetto di altri tempi. Il ragazzo ha senza dubbio un’aria tormentata. Porta al polso un orologio Rolex.”

Un altro uomo:

“Alla sinistra di Mento Volitivo c’è un altro uomo: sembra giovane, ma con un’aria più seria. E’ di una bellezza sfolgorante. Occhi e capelli neri, sopracciglia folte e curate.”

Tutto ciò fino a quando la quiete della biblioteca è rotta da un forte urlo. Un urlo agghiacciante. Qualcuno è stato ucciso. Ma chi?

Così nasce un’amicizia tra i quattro sopra descritti. Si scoprirà che una ragazza è stata effettivamente uccisa. Chi è stato? E perché?

Omicidio in biblioteca è un giallo molto particolare e curioso. Ad indagare sono una aspirante scrittrice e i suoi amici, a loro volta scrittori e lettori. Ciò che è proprio inusuale è che l’assassino si nasconde tra le parole del romanzo stesso; d’altronde, si sa, le parole uccidono più del petrolio, cantava qualcuno …. E’ proprio questo aspetto, del libro dentro il libro, l’asse portante di una lettura che conquista per originalità e curiosità. Dunque, a tutti un buon consiglio di lettura, a cui segue l’augurio di una buona lettura!

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