Recensione a cura di Manuela Baldi
Diffido sempre un po’ quando vedo libri che superano un certo numero di pagine, ho sempre l’impressione che le parole scritte siano troppe e non necessarie. Questo libro però mi era stato consigliato per il tema e la trama e incuriosita avevo deciso di leggerlo ma l’avevo lasciato da parte, come spesso mi accade, ad un certo punto mi ha “chiamata” e ho deciso di leggerlo, perché era il suo momento. Una volta iniziato ho continuato fino alla fine, senza interruzioni. Non nascondo che sono precipitata dentro a un mondo che mi lascia attonita, mi provoca qualche disagio: quello delle malattie mentali. Leggendo alcuni dialoghi, non ho potuto fare a meno di pensare e Franco Basaglia, psichiatra italiano, colui che, sintetizzando al massimo, fu l’artefice dell’apertura dei manicomi, a Gorizia prima e a Trieste poi, portò avanti la sua visione della psichiatria, non solo aprire i manicomi ma riorganizzare completamente i servizi di salute mentale. Fu l’ispiratore di una legge che porta il suo nome, oggetto di studio in molti Paesi.
Ma torniamo al libro, la storia scritta da Torcuato Luca de Tena e pubblicata più di 40 anni fa in Spagna, racconta di un’investigatrice privata che si fa ricoverare in un ospedale psichiatrico per continuare un’indagine che le è stata affidata da un cliente. Alice Gould, donna capace, intelligente, colta e molto moderna, entra nella struttura e pensa di cavarsela in poco tempo, il suo contatto all’interno dell’ospedale, il direttore Samuel Alvarez non è presente al momento del suo ricovero e Alice scopre che è partito per le ferie. Inizia il suo viaggio all’interno della struttura e noi con lei scivoliamo in un mondo che lascia attoniti e increduli. I cancelli che vengono chiusi a chiave, la spoliazione, l’obbligo di vestirsi in maniera ordinaria, in modo più consono all’ambiente, la privazione degli effetti personali, tutto viene descritto con crudezza che ho percepito come violenza. Nei giorni successivi al suo internamento, Alice conosce gli altri ospiti, si interessa ad alcuni di loro e alle loro storie, con qualcuno riesce a fare amicizia. Con la psicologa Montserrat Castell e con il medico che le è stato assegnato, il dottor Arellano stabilisce un rapporto da pari a pari, entrambi la ritengono intelligente e tutti i test ai quali viene sottoposta la collocano nei parametri dei “sani”. Il tempo passa, Alice si interessa anche agli altri ospiti, è ricoverata in una stanza singola, perché è una paziente solvente, succedono molti piccoli e grandi fatti, i suoi incontri con il dottor Arellano sono molto interessanti per gli argomenti trattati. Al ritorno del direttore Alvarez, Alicia pensa che la sua indagine sia conclusa e che presto potrà uscire, però da qui in avanti il romanzo subisce una accelerazione, niente di quanto Alice si era aspettata si avvera, per chi legge è difficile comprendere chi mente e chi dice la verità, chi è sano e chi è malato. Come dice ad un certo punto del libro il dottor Alvarez, parlando di Alice: ” Si tratta di un caso di sovrapposizione di paranoia e simulazione.” e ancora :” La paziente è un’autentica paranoica e in quanto tale non si rende conto di esserlo, ma finge una falsa paranoia per assecondare il suo vero delirio.” Della trama posso dire che è ben congegnata e complessa, il libro va letto e il viaggio nel mondo delle malattie mentali va fatto.
Recentemente da questa storia è stato tratto un film che è visibile su Netflix. Torcuato Luca de Tena per scrivere questo libro visse per un po’ di tempo in una struttura psichiatrica per prendere spunto nella costruzione di alcuni personaggi e mi sento di dire che gli sia perfettamente riuscito.