Trama
Lorenzo è il direttore di un’agenzia di banca. Una di quelle banche talmente tanto potenti da non poter fallire. Sulle sue spalle il peso di raggiungere gli obiettivi prefissati dal top management, di macinare denaro, essere flessibili, produttivi, commerciali. Soprattutto adesso che l’anno del Drago, l’anno delle grandi sfide economiche in periodo di crisi finanziaria, è alle porte. Un matrimonio appena naufragato, un figlio che vede troppo poco e un’insinuante, subdola insonnia che lo obbliga a stare sveglio tutte le notti, portandosi tra le lenzuola paure, problemi, angosce. Non è il solo, però. Anche i suoi colleghi, i suoi amici, vivono così e la banca lo sa: a noi , Lorenzo, alla nostra azienda, non piace che i dipendenti siano infelici o imbocchino una strada sbagliata per dare sfogo alle costanti pressioni cui sono sottoposti. Per questo, gli affianchiamo un maestro. Un maestro spirituale, che aiuti i dipendenti non ad affrontare meglio ogni giorno ma, semplicemente, ad affrontarlo. E allora come mai, anche con l’aiuto di una guida, decine e decine di direttori si suicidano? E poi, si tratta veramente di suicidi?
Recensione a cura di Alessandro Noseda
Un libro crudo, diretto, amaro, feroce e sincero.
Un attacco duro e schietto alle grandi società, dove l’uomo viene schiacciato dai budget e dai target.
È ambientato in banca ma può essere traslato in una qualsiasi azienda multinazionale, spersonalizzata, fredda, manageriale, orientata al mero utile. Ridevamo dei libri di Villaggio, pensando fossero assurde e forzate fantasie, asservite allo sketch?
Scarlatti dimostra, fatti alla mano, che non è così! È drammatica pura verità, puntuale cronaca del degrado che ci sta investendo più o meno consapevolmente! Lo stress, le tensioni, le continue pressioni a cosa porteranno?
I manager che non sanno che sono solo pedine, burattini guidati dalla proprietà, da A.D. e stakeholders?
La carriera è esclusiva di leccapiedi e concubine. Che mondo lasceremo ai nostri figli?
È questo il progresso, la civiltà cui ambivano i nostri padri? Mah…
Non è un romanzo ma pura e semplice cronaca: leggetelo e ditemi!
Dettagli
- Copertina flessibile: 213 pagine
- Editore: L’Erudita
- Collana: L’urgente
- ISBN-10: 8867700081
- ISBN-13: 978-8867700080
Una risposta
Ho letto L’anno del Drago tutto d’un fiato, se così si può dire. Il coinvolgimento e il riconoscimento nel tipo di realtà descritta, e quindi nelle vicende del personaggio, è stato quasi immediato. La realtà ed i meccanismi del “sistema” all’interno del quale si muove il protagonista, possono sembrare a qualcuno di un’assurdità forzata, ma se la descrizione è stata in qualche modo esasperata, lo è stata più nella forma che nella sostanza. Non è stata una lettura “consolante” e sicuramente non voleva esserlo, ma è riuscita a non essere permeata di quel cinismo svilente che purtroppo viene spesso usato come difesa in questo tipo di realtà e che di per sé diventa una forma di accettazione passiva.
Il disagio, anzi il dolore, del protagonista è palpabile e non ho potuto evitare di leggere sperando nel “lieto fine”, anche perché l’intreccio del romanzo lascia in sospeso fino alla fine questa speranza. Non penso sia necessario un mio giudizio sul messaggio di questo libro se non un domanda: cosa ci stiamo facendo? Posso però affermare che leggere questo libro mi ha fatto sentire meno sola.