L’affronto
Attraverso una storia avvincente, il cui eroe oscuro è un poliziotto che indaga un atto di violenza sulla propria moglie, Yasmina Khadra ci offre un intenso viaggio letterario e un’inchiesta di grande tensione psicologica in una Tangeri dominata dal vizio e dalla violenza. Un ritratto della società magrebina incancrenita dalla corruzione; una riflessione sull’onore e sulla responsabilità maschile; un’analisi dello spazio pubblico e privato delle donne.
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RECENSIONE a cura di Todaro Edoardo

Prima di tutto è necessario spendere alcune parole a proposito di chi è Yasmina Khadra. Al primo impatto si è portati a credere di avere a che fare con una autrice, bene niente di tutto questo. Khadra è solamente uno pseudonimo di Mohamed Moulessehoul, scrittore algerino, ex ufficiale dell’esercito ed a causa di quanto scritto, perseguitato dal regime e per poter pubblicare usa il nome della moglie e si trasferisce in Francia. Fatta questa premessa, Khadra ci porta, con questo noir, a contatto con la cultura del Marocco, ci fa conoscere Tangeri, porto strategico per i traffici di ogni tipo, immigrati compresi; con il suo labirinto di strade; la Medina ; la Kasbah e la Grande Moschea; il richiamo del muezzin; la bettola ritrovo degli scaricatori di porto, dei naufraghi della vita e dove ci si ubriaca in silenzio, Tangeri che si rifà il look  funzionante all’attrazione dei flussi turistici, dove i ragazzini di periferia, abbandonati a sé stessi, sono già ubriachi a 10 anni con il marchio della dannazione impresso in fronte ecc…. Non solo Tangeri conosciamo attraverso queste pagine, incontriamo la tradizione che contraddistingue i rapporti familiari: quanto e come le donne sono tenute in considerazione, quanto e come sono gli uomini, i maschi, a determinare i rapporti. Immediatamente dalle prime righe che leggiamo ci imbattiamo con il vicecommissario Driss in preda ad un disfacimento psico-fisico dovuto allo scoprire la propria moglie, Sarah, attraente e fonte di attenzioni particolari, violentata, abusata e torturata. Un noir che ci porta a metterci di fronte agli abusi delle forze dell’ordine, che usano tutti gli strumenti a loro disposizione per raggiungere ed ottenere il risultato prefissato: il colpevole prima di tutto .Strumenti, tortura compresa ed inclusa e che leggendo “ La punizione “ di Tahar Ben Jalloun ben sono resi evidenti. Entrare in polizia come sbocco per trovare una via d’uscita dallo stato sociale di cui si fa parte. Polizia che di fatto è uno dei poteri forti del paese, chi tocca uno sbirro ha sicuramente complicazioni assicurate. Una ricerca spasmodica del colpevole  che”  il Marocco è uno stato di diritto e la polizia è al servizio del popolo “ ed il nemico interno  è da cercare, scovare, cacciare anche solo “ per ammazzare il tempo “ non dovrebbe prevedere . Il capro espiatorio viene trovato in ladruncolo che ha passato mezza della propria vita in prigione facendo avanti ed indietro e potrebbe confessare qualunque cosa sotto tortura. Ma nonostante tutto ha una sua dignità da difendere, ladro sì ma violentatore mai. Dicevamo del vicecommissario in tanti, molti, forse troppi lo danno affetto da depressione dovuta ad un trauma psicologico; ad un incidente di percorso; ad una missione fallita e non al dramma che lo squassa: aver perduto l’onore a causa dell’abuso perpetrato ai danni della moglie. Driss in lotta contro i corrotti nelle forze di sicurezza, contro la corruzione/raccomandazione e l’arroganza di chi si sente il migliore del regno. Driss che considera la violenza subita dalla moglie come carne contaminata ed a causa di questo è preso dallo smarrimento. Un vicecommissario che non si fa illudere, come facilmente e volutamente altri, quando una seconda donna viene trovata nelle stesse condizioni della moglie: violentata, torturata, ed in questo caso sgozzata;che non cede nell’usare possibili scorciatoie investigative per poter chiudere in fretta l’inchiesta del momento. Dicevamo all’inizio della figura femminile di questo noir, di Sarah la moglie del vicecommissario. Una donna che nonostante quanto subito ha come priorità il rapporto con il marito e la sua ricostruzione, al contrario di lui, Driss,che dedica tutto sé stesso all’identificazione del violentatore piuttosto che comprendere i sentimenti e la sofferenza della moglie. Sarah che ha la consapevolezza che nella società in cui vive la donna è sempre colpevole di essere vittima. Il rapporto tra i due, nonostante la ricerca di un equilibrio, volge logicamente verso la deriva: una coabitazione forzata dove qualunque rapporto è stato annullato. Driss che addirittura prova disprezzo per sé stesso ma che indaga e scopre qualcosa che cambierà completamente tutta la vicenda; un finale a sorpresa che colpisce a fondo e che lascia attoniti.

DETTAGLI

  • ANNO: 2021
  • COPERTINA: rigida
  • GENERE: noir
  • EDITORE: Sellerio editore Palermo
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