Recensione a cura di Dario Brunetti
La signora Clelia è il nuovo romanzo di Patrizio Fiore uscito per la casa editrice Homo Scrivens
Un giallo ambientato in una Napoli fine anni Settanta, periodo in cui c’era l’idea di cambiare il proprio destino, un po’ quel che capita a Clelia Scattolo, una donna rispettata e che tutti volevano bene, riservata e di grande devozione.
Il suo corpo verrà rinvenuto in casa nella popolosa zona dei Quartieri Spagnoli, nell’incredulità generale degli stessi abitanti.
Chi era Clelia Scattolo? Aveva dei segreti da nascondere? Suscitava l’invidia o il rancore di qualcuno che ha deciso di mettere fine alla sua vita a tal punto di commettere un delitto? Clelia aveva un amante deluso che si è sentito rifiutato dalla stessa donna che ha pensato di concludere una relazione e che ha spinto l’uomo ad ucciderla?
Tanti quesiti, ipotesi e facili congetture per il giornalista Geremia Tolino detto Attico che dovrà cercare la soluzione ricostruendo il passato della donna.
Le prime indagini porteranno a scoprire che Clelia Scattolo è la nuova identità di Amalia Corona, amante e collaboratrice dello spietato boss Santino Canna, uno dei maggiori esponenti del contrabbando della città vesuviana.
Nonostante il passato in cui Amalia veniva denominata dagli abitanti “A principessa ‘e Torre del Greco, la donna ha voluto crearsi una nuova identità cercando di fuggire dalla sua vita precedente alla quale non si sentiva più di appartenere. Per lei era arrivato il momento di rifarsi una nuova vita, ma qualcuno invece ha pensato di metterne fine arrivando al folle gesto di assassinarla.
Il commissario Antonelli vede nel suo amante, il boss Canna, l’unico responsabile dell’omicidio, per Geremia Tolino le cose sono andate in maniera diversa, ma l’indagine privata per il giornalista diventerà qualcosa di arduo e particolarmente complesso.
Gli eventuali sospettati potrebbero avere un movente per uccidere la donna eppure le piste non trovano uno sbocco favorevole e sembrano risultare vane.
La calma è la virtù dei forti e Geremia Tolino è un ragazzo tenace che non si dà per sconfitto, lo dimostra questo breve estratto dedicato al suo direttore Capece di “Camera con Vista”: “ringrazio Dio di avervi incontrato quel giorno sui Quartieri Spagnoli. Io da voi non ho solo imparato a scrivere ma sto imparando a vivere, a capire la gente e a come comportarmi per cercare di fare sempre la cosa più giusta. E spero un giorno di avere la stessa fortuna vostra e cioè di riuscire a trasmettere insegnamenti ed entusiasmo a qualcun altro”.
Sono parole accorate da parte di Geremia che sanno di gratitudine e riconoscenza verso il suo superiore, grazie anche alla calma e alla pazienza si può arrivare alla soluzione di un caso, ma bisogna saper ascoltare le persone, comprendere e percepire i loro stati d’animo e avere la capacità di intravedere i lati oscuri della loro stessa personalità. Solo attraverso queste peculiarità il ragazzo può intraprendere una brillante carriera di giornalista, dal momento in cui si contraddistingue con i suoi articoli che si rivelano una sorta di firma d’autore proprio come tiene a precisare il buon Capece.
Con La signora Clelia, Patrizio Fiore ci accompagna alla lettura di un giallo ben costruito, nel quale è riuscito a tratteggiare al meglio tutti i suoi personaggi che saranno croce e delizia di una trama avvolgente.
Andremo alla scoperta della misteriosa signora Clelia, una donna dalla doppia identità che si porta con sé molti segreti, a parlarci di lei sarà la voce della gente di chi la conosceva bene e anche di coloro i quali tendono a nascondere qualcosa, offuscandone la sua memoria.
Ma quando c’è di mezzo un delitto prima o poi si arriva alla cosiddetta resa dei conti che va a chiudere definitivamente il sipario sull’intera vicenda.
Intanto a noi non rimane che gustarci questa nuova avventura del valoroso Geremia Tolino detto Attico!
Buona lettura!