La pista di ghiaccio
Protagonista della storia è Nuria Martí, giovane pattinatrice su ghiaccio di fama nazionale che si è vista escludere dalla squadra olimpica per giochi di potere interni alla federazione sportiva. Rosquelles, di diversi anni più vecchio, sovrappeso e poco avvenente, si innamora di lei e comincia a frequentarla senza mai dirglielo esplicitamente. Come dono d’amore, all’insaputa di tutti, compresa la sindaca Pilar, fa ristrutturare con fondi pubblici una dimora storica, palazzo Benvingut, in modo che possa contenere una grande pista di pattinaggio su ghiaccio. Più volte la settimana durante l’estate accompagna Nuria nella pista segreta perché si alleni con l’obiettivo di essere reincorporata nella nazionale. Nel frattempo, Nuria conosce Remo Morán; i due si innamorano e vivono un’intensa storia passionale di nascosto da Rosquelles per non compromettere la possibilità di allenarsi. Il palazzo Benvingut è abitato clandestinamente anche da due donne senza fissa dimora, scacciate per morosità dal camping dove lavora Gaspar Heredia. Quest’ultimo però ha preso una cotta per la più giovane, e la pedina fino a scoprire dove ha trovato rifugio. Le storie si intrecciano indissolubilmente a causa di un imprevedibile omicidio che sconvolge la sonnolenta città balneare, e naturalmente la vita dei protagonisti: le autorità non arresteranno mai il colpevole, ma il lettore lo scopre dall’intreccio dei punti di vista.
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Recensione a cura di Pasquale Schiavone

“SIAMO TUTTI ABITUATI A MORIRE OGNI TANTO E COSI’ A POCO A POCO CHE LA VERITÀ È CHE OGNI GIORNO SIAMO PIÙ VIVI, INFINITAMENTE VECCHI E INFINITAMENTE VIVI”

Il romanzo riunisce alcune delle preoccupazioni che Bolano utilizza con un’energia inarrestabile e magistrale nel 2666. Non avendo ancora letto I DETECTIVE SELVAGGI o molti dei suoi romanzi che sono venuti alla luce solo dopo la sua morte e la successiva (ri) scoperta, non posso tracciare paralleli o confronti. Ma posso dire che possiamo sentire la magnificenza di 2666 su LA PISTA DI GHIACCIO. Il racconto è, a prima vista, un “ROMANZO NERO” in cui vengono raccontati i dettagli di un omicidio che si svolge all’interno di una misteriosa pista di ghiaccio.

La vicenda è narrata da tre punti di vista alternati: il cileno Remo Morán, esule in Spagna e proprietario di un’attività commerciale in una cittadina della Costa Brava indicata con la sola iniziale di Z, il messicano Gaspar Heredia, al quale Morán ha trovato impiego come guardiano di un camping di sua proprietà, ed infine il funzionario pubblico catalano Enric Rosquelles, braccio destro della sindaca socialista di Z.

Questi fatti trasformerebbero la vita dei personaggi, sia principali che secondari, in un perfetto effetto domino. Tuttavia, mentre le pagine avanzano e le sottotrame di questa storia si sviluppano, ti renderai conto che le aspirazioni dell’autore vanno oltre i limiti stabiliti per il genere. La cosa interessante della struttura della storia è la mancanza di un detective, perché solo attraverso le testimonianze vengono costruiti fatti. All’inizio, niente ha una relazione, ma poi persone, luoghi e circostanze cominciano a chiarire senza la necessità di quel mediatore che è dalla parte della legge. Tutto inizia con tre percorsi molto diversi, poi iniziano ad intrecciarsi per convergere infine in un singolo punto, in un singolo luogo, in cui quasi tutti i personaggi calpestano, lì si connettono le loro vite: LA PISTA DI GHIACCIO.

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