LA NOTTE QUALUNQUE
1915. L’Italia sta per entrare in guerra. Dopo lunghe trattative, in un luogo isolato della campagna romana, i rappresentanti del governo italiano siglano un patto con gli ambasciatori di Francia, Gran Bretagna e Russia. Il custode del casale dove si è svolto lo storico e decisivo incontro tra le diplomazie interessate viene trovato ucciso. Il delitto, che inizialmente sembra circoscritto al microcosmo della provincia, non convince Antonio Serrano, capo della segreteria del presidente del Consiglio. Mentre l’Austria-Ungheria rilancia offerte territoriali per impedire che l’Italia dichiari guerra a Vienna e il governo prende atto che non ha i numeri in parlamento, il più fidato collaborare di Salandra inizia un’indagine personale tra inseguimenti, tradimenti, morti sospette, che porteranno il protagonista a fare i conti con i fantasmi del passato e a scoprire verità indicibili. Finzione e storia si intrecciano all’ombra dei palazzi del potere durante le radiose e decisive giornate di maggio del 1915.
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Quando un evento significativo per quello che riguarda i futuri assetti geopolitici internazionali, da spunto ad Alessandro Ferranti per scrivere 381 belle pagine. Sono passati solo 50 anni dalla sua nascita e l’Italia sta per compiere un passo non da poco: l’entrata in guerra, una guerra che come tutte le guerre,  mette in discussione rapporti importanti come l’amicizia, leggete queste pagine e ve ne fate un’idea. Personaggi di primo piano, come Antonio Salandra, il presidente del consiglio, esponente della cosiddetta sinistra liberale, preside della facolta’ di giurisprudenza a Roma, ed apparentemente,di secondo, come Vittorio Serrano, capo segreteria del presidente del consiglio, vera e propria sua ombra a tal punto che visite e corrispondenze , incontri e riunioni, passano da lui. Ma rimanendo legati al filo che unisce storia e noir, troviamo anche il futuro imperatore d’Austria-Ungheria, il casale luogo di incontro tra diplomazie, alleate e contrapposte, di giochi politici internazionali e locali, un casale di campagna nel quale si prospettano i futuri scenari dell’Europa, quello che oggi si potrebbe defire un “ summit “, con l’Italia che reclama territori, e luogo di trame e di un misterioso delitto; Sidney Sonnino ministro degli esteri, ed il socialista Mussolini che comincia a farsi portavoce delle istanze del nazionalismo bellico. Ed in guerra e’ immancabile il ruolo dei giornalisti , mercenari al servizio del carro del vincitore, a quei tempi dal “ Giornale d’italia “ al “ La Capitale “. Serrano con l’insonnia, un mare di dubbi che si annidano nella mente e che non inizia mai la propria giornata senza un caffe’, ed un maresciallo, incaricato delle indagini, frustrato da una vocazione inappagata visto che non accade mai niente. La morte; il capro espiatorio;ma di sicuro le indagini che anelano uno dopo l’altro congetture,  coincidenze ( l’omicidio che avviene la notte successiva dell’incontro diplomatico), conclusioni errate ed un mondo costellato da spie,una rete di spie che gestisce il tutto, da spionaggio internazionale, Vaticano compreso, in cui la fiducia  e le scelte politiche sono  messe in discussione. Anche in questo caso, come in futuro, l’Italia ricopre il ruolo di voltagabbana. Senza ombra di dubbio Ferranti fa il suo esordio con indiscutibilmente una buona riuscita usando tutti gli ingredienti giusti per porre l’attenzione dei lettori rispetto alle pagine di un noir.

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