Quando un evento significativo per quello che riguarda i futuri assetti geopolitici internazionali, da spunto ad Alessandro Ferranti per scrivere 381 belle pagine. Sono passati solo 50 anni dalla sua nascita e l’Italia sta per compiere un passo non da poco: l’entrata in guerra, una guerra che come tutte le guerre, mette in discussione rapporti importanti come l’amicizia, leggete queste pagine e ve ne fate un’idea. Personaggi di primo piano, come Antonio Salandra, il presidente del consiglio, esponente della cosiddetta sinistra liberale, preside della facolta’ di giurisprudenza a Roma, ed apparentemente,di secondo, come Vittorio Serrano, capo segreteria del presidente del consiglio, vera e propria sua ombra a tal punto che visite e corrispondenze , incontri e riunioni, passano da lui. Ma rimanendo legati al filo che unisce storia e noir, troviamo anche il futuro imperatore d’Austria-Ungheria, il casale luogo di incontro tra diplomazie, alleate e contrapposte, di giochi politici internazionali e locali, un casale di campagna nel quale si prospettano i futuri scenari dell’Europa, quello che oggi si potrebbe defire un “ summit “, con l’Italia che reclama territori, e luogo di trame e di un misterioso delitto; Sidney Sonnino ministro degli esteri, ed il socialista Mussolini che comincia a farsi portavoce delle istanze del nazionalismo bellico. Ed in guerra e’ immancabile il ruolo dei giornalisti , mercenari al servizio del carro del vincitore, a quei tempi dal “ Giornale d’italia “ al “ La Capitale “. Serrano con l’insonnia, un mare di dubbi che si annidano nella mente e che non inizia mai la propria giornata senza un caffe’, ed un maresciallo, incaricato delle indagini, frustrato da una vocazione inappagata visto che non accade mai niente. La morte; il capro espiatorio;ma di sicuro le indagini che anelano uno dopo l’altro congetture, coincidenze ( l’omicidio che avviene la notte successiva dell’incontro diplomatico), conclusioni errate ed un mondo costellato da spie,una rete di spie che gestisce il tutto, da spionaggio internazionale, Vaticano compreso, in cui la fiducia e le scelte politiche sono messe in discussione. Anche in questo caso, come in futuro, l’Italia ricopre il ruolo di voltagabbana. Senza ombra di dubbio Ferranti fa il suo esordio con indiscutibilmente una buona riuscita usando tutti gli ingredienti giusti per porre l’attenzione dei lettori rispetto alle pagine di un noir.

Noir
Recensione a cura di Achille Maccapani Giunge al decimo episodio il ciclo seriale delle avventure del vicequestore e commissario di polizia Vittorio Scichilone, affiancato dal

