RECENSIONE a cura di Edoardo Todaro
Romano De Marco dopo numerosi noir, come ad esempio gli ultimi 3 editi da PIEMME, continua ad attrarre l’attenzione con la sua capacità di farsi leggere. “ La casa sul promontorio “ dato alle stampe da SALANI conferma senza smentita alcuna, questo giudizio. La dedica a Stefano Di Marino introduce subito non tanto, in un riconoscimento obbligato, ma bensì nella sensibilità dovuta a chi sa essere riconoscente verso chi ha dato tanto al mondo del thriller/noir italiano e non solo. In questo libro ci troviamo di fronte al caso di uno scrittore in crisi; di uno scrittore, tra i più venduti e letti, investito da un massacro che ha colpito la sua famiglia e da cui ne vuole uscire anche nella consapevolezza che non può riuscire a riprendersi. Per uscirne si autoreclude in un posto fantastico nei pressi di Ortona, Punta Acquabella. Uno scrittore che deve trovare il modo di disintossicarsi oltre che dalla perdita di moglie e figli, anche dalla fama di successo e dalla smania/desiderio del sesso, e quindi che usa lo scrivere come modalità per sentirsi vivo; uno scrittore che deve fare i conti con il convivere con il dolore che diviene modalità di vita, con gli incubi che lo perseguitano; e che trova una donna eccezionale, sotto tanti punti di vista, con la lacrima non razionale e che nasconde, dietro ad una apparente tranquillità una verità diabolica …. quindi le persone che devono dimenticare il proprio vissuto diventano 2. Uno scrittore che ha imparato, a proprie spese, che per ogni risultato ottenuto c’è un prezzo da pagare, che per ogni scelta ci sono delle conseguenze, degli effetti collaterali, perché non esiste il caso ed i sentimenti hanno la loro provvisorietà. Ma come in ogni noir degno di essere tale, De Marco ci descrive anche il luogo in cui il tutto si svolge. Luogo non tanto e non solo, in quanto ad “ abitazione “ ma sicuramente in quanto a caratteristiche, come ad esempio le delizie culinarie: dagli arrosticini e gli spaghetti con i pelosi al rosso Montepulciano D’abruzzo. Non c’è solo Ortona abbiamo anche New York con i suoi hotel di lusso, il Central Park ecc …. Un romanzo che tiene incollato pagina dopo pagina visto che quando pensi che la cosiddetta soluzione sia a portata di mano, arriva l’accadimento che butta all’aria tutto per far ricominciare da capo,quindi tornare al punto di partenza visto che niente è come prima e “ sparigliare le carte “ fa parte del gioco. Finisci le 280 pagine e sei attratto da una Eva,che vorresti conoscere ma non ne sei convinto, una misteriosa donna che caratterizza il noir,la voglia di andare a Ortona/Punta Acquabella ti assale completamente.