Genere:
La fine è ignota
Mariolino Migliaccio ha poco più di trent’anni e neanche un soldo. Grande amante del cinema americano, fa l’investigatore privato e, senza licenza né ufficio, riceve i clienti in un bar dei carruggi. Da quando sua madre – che faceva la prostituta – è stata uccisa da un cliente, Mariolino ha perso tutto, tranne l’infallibile fiuto. Conosce ogni angolo di Genova e sa rovistare nei posti giusti per svelare i segreti della città. Non è un caso che Luigi il Vecchio, boss che gestisce una casa di tolleranza travestita da centro benessere, lo abbia assoldato per cercare Liveta, una delle “sue ragazze” sparita chissà dove. Quando Mariolino si renderà conto che non è stato ingaggiato per cercarla ma per risolvere una grana ben più grossa dell’organizzazione criminale, sarà troppo tardi per tirarsi indietro. Bruno Morchio attraversa i chiaroscuri di Genova, regalandoci un nuovo indimenticabile personaggio. Tra vite in bilico ed esistenze a perdere, con lo sguardo piantato nell’orizzonte, questo detective degli ultimi non dimentica mai da dove viene.
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Primo episodio di un nuovo ciclo seriale di romanzi noir genovesi, “La fine è ignota” rappresenta infatti l’occasione di conoscere Mariolino Migliaccio, un investigatore senza licenza, che si appoggia ad una camera da letto in affitto (in nero) nel cuore dei quartieri popolari della città costiera del Mediterraneo. Con questo romanzo, infatti, Bruno Morchio compie una scelta coraggiosa e, senza dubbio, meritevole: quella di creare un nuovo personaggio, un protagonista che proviene dal mondo degli ultimi, un uomo che ha dentro di sé quelle luci e ombre di una vita passata ai margini di Genova. E soprattutto con una missione civile da non sottovalutare: quella di far scoprire il lato oscuro di una città che, alle prese con la sua vocazione industriale e navale, cerca di imbellettarsi, di mostrarsi meravigliosa, con una facciata positiva e del tutto diversa rispetto a quella reale.

Così, mentre la missione dell’altro personaggio seriale, con il quale lo stesso Morchio ha dato veramente il via al fenomeno del “giallo ligure”, vale a dire dell’investigatore Bacci Pagano, si è sviluppata sempre di più in modo esponenziale, a partire dalla primissima trilogia, fino ai successivi episodi, nel presente caso, invece, Mariolino Migliaccio si differenzia dal collega più anziano per un’ancor più vicina conoscenza dei bassifondi genovesi, e soprattutto per il coraggio di infrangere le regole ad ogni occasione possibile, pur di trovare la soluzione delle indagini commissionate da questo o da quel cliente, pronto a pagare con mazzi di banconote senza alcun problema.

Ciò che colpisce nella lettura de “La fine è ignota” (a proposito, il sequel è ovviamente auspicabile) è inoltre il registro narrativo impresso da Morchio. Si sente infatti l’ampio respiro, la qualità letteraria impressa nella narrazione, pagina dopo pagina, e si nota con evidente soddisfazione come la scrittura dell’autore genovese si sia fatta ancor più raffinata, profonda, intrisa di echi dialettali, nonché di una qualità stilistica ammirevole, unita ad un senso della sintesi e del cesello che lascia il lettore senza fiato.

È questo, infatti, il vero valore aggiuntivo, il quid che contraddistingue “La fine è ignota”, questo nuovo inizio, questa nuova sfida che, con l’energia di un giovanotto, e nel contempo con la saggezza di tutta una vita, Bruno Morchio sa affrontare per mostrarci uno squarcio di una Genova che forse è anche meravigliosa, ma che nasconde dietro la facciata ufficiale tanti, tantissimi, troppi chiaroscuri, puntualmente svelati dal suo nuovo alter-ego Mariolino Migliaccio, sicuramente in grado di farci scoprire quelle “verità nascoste” che ormai la cronaca locale, le pagine dei quotidiani del territorio, per tante svariate ragioni, non riescono più a (oppure non vogliono, chissà) svelarci, raccontarci, rifugiandosi così nella “confort zone” degli uffici stampa, dei comunicati preconfezionati, e così via. Tutte quelle verità che, nella finzione narrativa, sono svelate, squarciate, mostrate in tutta la loro drammaticità e realismo da Bruno Morchio. Un romanzo, questo, imperdibile, senza alcun dubbio.

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