La forza del destino
È la primavera del 1967. L’alluvione di novembre, con il suo strascico di tragedie e di detriti, sembra essersi placata e Firenze comincia di nuovo a respirare. Ma non il commissario Bordelli. Per lui non c’è pace dopo un fatto che gli è successo. Indagando sull’omicidio di un ragazzino, si è scontrato con i poteri occulti della massoneria ed è stato costretto alla resa con un “messaggio” molto chiaro: lo stupro di Eleonora, la giovane commessa con cui aveva appena intrecciato una relazione appassionata, e una lista con i nomi di tutte le persone a lui più care. Sconfitto e amareggiato, Bordelli si è dimesso dalla polizia e ha lasciato San Frediano. Che altro avrebbe potuto fare? si chiede nel silenzio della casa sulle colline. Continuare a fare il poliziotto sapendo che non sarebbe mai riuscito a mettere in galera gli assassini? Adesso trascorre le giornate cucinando, facendo lunghe passeggiate nei boschi, imparando a far crescere le verdure nell’orto. Il pensiero di quella resa, di quella violenza senza giustizia, però, non lo abbandona. Ma il destino, in cui fino ad ora non ha creduto, gli offre inaspettatamente l’occasione di fare i conti con il passato, e Bordelli non si tira indietro.
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A distanza di 9 anni dall’esordio positivo, Marco Vichi attraverso Bordelli, ci porta alla Firenze post alluvione nel febbraio ’67, un’alluvione che ha ridotto in miseria tante famiglie, ed al ritrovamento presso l’abbazia di Monte Scalari,di un corpo. Il corpo è di Livio Panerai, 44 anni, macellaio, nostalgico fascista, stupratore di bambini, un assassino. Il ritrovamento avviene su quelle colline, definite “ le colline dell’orrore”. Definizione che ci sta tutta, visto che si sono succeduti, prima gli atroci eccidi dei nazisti a Pian d’Albero, poi un ragazzino stuprato ed ucciso. Ovviamente il commissario Bordelli, anzi l’ex commissario. Bordelli divenuto ex in quanto non riesce a darsi pace rispetto alle proprie responsabilità per quanto avvenuto ad Eleonora, la giovane con la quale stava intessendo una relazione affettiva. Un Bordelli che si è trasferito, alla Cicerone, in campagna, una campagna dove non passa nessuno con le abitudini che Bordelli acquisisce immediatamente:dal passeggiare nei boschi allo spaccare la legna, dallo  zappare l’orto al leggere un bel libro ….  di Dostojevski, tra i ricordi della guerra e una solitudine che non può che essere vissuta soggettivamente. Bordelli un amante del vento in quanto quest’ultimo fa  muovere le cose a differenza dell’immobilismo che è uguale alla morte. Comunque il ritrovamento del cadavere fa nascere un’indagine che colpisce la “ FIRENZE BENE “: con gli eredi di buona famiglia che non possono che mettersi in mezzo, con operazioni finanziare che in realtà sono sottrazioni alle famiglie nobili del capoluogo, un’indagine che deve affrontare il quesito centrale: come è possibile uccidere qualcuno in casa sua e fare passare questo come un suicidio perfetto.  Oltre ai ricordi di guerra e delle gesta dei nazifascisti, come ad esempio i ponti della città che vengono distrutti dai tedeschi oppure la Banda Carità in azione e le torture a Villa Triste;  abbiamo a che fare con ciò che l’Italia a fatto i conti per tantissimi anni: i colpi di stato, tentati, pianificati ecc …., in questo caso abbiamo a che fare con il generale De Lorenzo  ed il cosiddetto “Piano SOLO “, ed il SID;con la Firenze dei tempi che furono, fatta di carrettieri, artigiani e barrocciai e di massoneria con il suo potere E poi gli immancabili compagni di racconti, raccontati a turno, e di cene: dalla giovane guardia, il fedele Piras, Dante, al Botta con i suoi intrallazzi illegali,le sue partite a boccette, la risoluzione dei misteri che Bordelli sottopone sotto forma di indovinelli e le sue ricette, un vero e proprio vangelo …. secondo Ennio. Ricette che non possono non far venire l’acquolina in bocca: le bistecche di maiale a modo mio; spaghetti cacio e pepe, peposo alla fornacina e conigliolo alla tex e le discussioni affrontati con l’ex commissario: donne, truffe, politica e cucina. Amici che sono un vero e proprio tribunale del popolo con tanto di verdetto finale. Bordelli, assorto nei pensieri sull’uomo, sul mondo, che non si rassegna ad essere sconfitto con l’illusione di guarire un mondo che è divenuto uno schifo e che  non potendo tollerare che un ragazzino sia stato rapito, drogato, strangolato e che tutto questo resti impunito agisce di conseguenza e predispone appuntamenti con il destino rimettendo le cose a posto che invece si erano spezzate.

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