Nuovo capitolo descritto da Palmisano con protagonista il bandito Mazzacani, un bandito fuori dai ruoli prefissati dalle regole imposte dalle leggi del crimine, che si presenta come “ uno che svaligia le banche “. Un capitolo che ci porta in un’analisi su cos’è la criminalità organizzata in Puglia, cos’è la Sacra Corona Unita. Cos’è quell’ idioma,quel caffè di mandorla e ghiaccio, quelle pennette fresche di semola di Manduria con pesto di zucchine, usato in quelle terre, terre di un territorio cosiddetto attenzionato, con i muri degli edifici riempiti di effigi che rappresentano i volti delle giovani vittime, vittime della guerra tra clan e dei clan contro le istituzioni, dove vige una tranquillità, che è solo apparente, visto che in realtà è solo e soltanto il rigido controllo del territorio. Brindisi, Lecce e Salento, con il suo turismo di massa, nessuna località sfugge all’illecito. Certo l’idioma, certo le prelibatezze culinarie, ma perché non la xylella che attacca gli olivi e gli effetti collaterali che produce sull’ economia agricola di quei luoghi. Traffici che vedono interessare il Banco di Levante,Banco, sotto osservazione dell’Ufficio delle Informazioni finanziarie, che induce i propri correntisti a divenire azionisti di fondazioni già fallite, fondazioni fantasma; la finanziaria che pratica l’usura e la figura dell’ex pugile supermassimo Luigi Mascione; il contrabbando di sigarette passaggio obbligato, visti gli sviluppi degli interessi illegali, verso l’eroina. Il tutto si svolge attorno a quei malcapitati che sono passati alla storia, anzi digeriti dalla storia, di questi ultimi anni, cioè i correntisti anonimi, malcapitati sui quali si consuma il lavaggio internazionale di denaro sporco ed un vero e proprio terrorismo finanziario, sistema vecchio ma efficace e vincente. Traffici illegali che travalicano il livello finanziario per approdare ai rapporti tra il narcotraffico albanese e la cupola sacrista, con la sezione di massima di sicurezza del carcere di Lecce nel quale si svolge tutto e di più, ma non solo cosche albanesi abbiamo anche narcotrafficanti di Sinaloa, Messico. Ma non possiamo non parlare della procuratrice che indaga su quanto sta avvenendo, la procuratrice che si allena con il judo e fa della corsa il modo per scaricare la stanchezza che accumula nello studiare l’inchiesta in corso e dei meccanismi che portano esponenti di primo piano degli addetti alla tutela dell’ordine pubblico, ad accumulare patrimoni illeciti. Comunque una storia, una brutta storia, di tradimenti, di organizzazioni malavitose, di alta finanza, finti omicidi, sui quali Mazzacani, bandito in proprio, indaga; di poliziotti corrotti come del resto un mondo finanziario alle dipendenze delle mafie.
Noir
Recensione a cura di Giulia Piazza Quali torbidi segreti si cingono dietro alle mura del rinomato Conservatorio “Ghedini” di Cuneo? Tra invidie, gelosie e amori