Il tallone da killer
Due killer in azione in una Milano malavitosa. Un noir esilarante intriso di acida ironia e sferzante denuncia sociale. Il Biondo e Quello con la cravatta sono due soci ben affiatati, artigiani meticolosi e molto richiesti: sono killer che eliminano la gente a pagamento. Si comportano secondo un’etica del lavoro calvinista, guidati dalla razionalità dell’imprenditore previdente, alle prese con la concorrenza, le insidie del mercato, le spese di gestione, attenti alla sicurezza sul lavoro . Un giorno al Biondo ea Quello con la cravatta capita un incarico che richiede un salto di qualità. Non si tratta stavolta di servire la solita clientela media: l’obiettivo è un arcimilionario, un esponente dell’altissima finanza che vive in una favolosa non-zona sospesa tra Londra e Milano. Una preziosa occasione – riflettere i due soci – di passare dalla gestione ordinaria agli omicidi di alta gamma, perché «il comparto che non conosce crisi è quello del lusso, quindi conviene di più ammazzare i ricchi». Serena Bertamé, un sogno di signora che vuole morto l’amante Andrea De Carli, padre naturale di suo figlio, pare la cliente ideale per un riposizionamento sul mercato e un sostanziale adeguamento delle tariffe. Incassato l’anticipo, però, piovono le complicazioni, i contratti, le difficoltà impreviste, in un ottovolante di equivoci, colpi di scena, incidenti, avventure e sconvolgimenti vertiginosamente intrecciati, in ambienti esclusivi ed extra lusso dove si mischiano fondi di investimento e realtà inconfessabili . Con i suoi killer dalla battuta pronta, già comparsi in un romanzo e in alcuni racconti, Alessandro Robecchi crea una commedia esilarante e nerissima, intrisa di acida ironia e di una sferzante denuncia della disperazione sociale dei nostri tempi.
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Due killer che in passato Robecchi ha già utilizzato nei suoi scritti. Il Biondo che legge, tutti i giorni, i necrologici sulla stampa locale, affabile con le clienti …. donne,che privilegia esperienza e pratica rispetto alla teoria;  e Quello con la cravatta che ha studiato economia ed è cosciente del suo “ lavoro “. Una coppia in perfetta sintonia, una vera e propria ditta con tanto di ufficio, di bilancio annuale, con tanto di “fornitori “; di spese varie. Una coppia che tiene un riferimento “ …. deve sembrare un incidente …” e che non fa sconti, economici, a nessuno, sotto una tariffa base non si può scendere. Una coppia che si trova a fare i conti con i tempi che cambiano al passo della crisi che colpisce ovunque e chiunque, addirittura un tempo  anche ammazzare la gente era agevole a livello economico, e chi si trova nella condizione di rivolgersi ad un killer, significa che si trova all’ultima spiaggia e non ha altri a cui rivolgersi. Un duo che non crede alle coincidenze. Una coppia del tutto inserita nelle logiche del libero mercato, che segue le ferree leggi del capitalismo dalla concorrenza alla domanda e l’ l’offerta; ligi alla correttezza negli affari, nei rapporti commerciali, una coppia definibile, politicamente corretta a tal punto che “ il capitalismo ammazza tutti i giorni “; non ammazzano per interessi personali ma per contratto, un lavoro che in realtà è pagato bene, che affrontano le strategie commerciali a secondo dell’incarico commissionato, e come in ogni logica capitalista che si rispetti, è la carriera che conta; una coppia che si potrebbe definire, grazie a Botero/Roversi, alla vecchia maniera, abituati a “lavorare” quando c’era meno tecnologia Ed il finanziere, De Carli, finisce sotto i loro mirini, un operazione con alti costi, sempre “ capitalisticamente “ parlando; ammazzarlo? una cosa apparentemente semplice, che si complica nel corso degli avvenimenti. Roversi, anche in questo caso, riversa il suo sarcasmo nei due, perché il mestiere del killer ha necessità del buonumore. Milano, ovviamente, con gli appalti al ribasso e l’essere “ incazzati “ come un precario, e con i fondi d’investimento proprietà del Qatar. E se non riusciamo, o vogliamo, leggere Robecchi sulla stampa quotidiana, approfittiamo di Sellerio che continua, giustamente, a proporci quanto Robecchi scrive.

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