Questo libro è un viaggio immersivo nelle emozioni e cattura il lettore fin dalla prima pagina. Veronica è una donna di successo e vive a Milano, una città che sa offrire molto a chi, come lei, coltiva ambizioni. Ma si sa, più un luogo è grande, più aumentano le possibilità che qualcosa di non previsto accada. Per lei, l’evento “zero” che apre le danze di una musica infernale si manifesta sotto forma di aggressione.
Sta camminando come sempre per le vie del centro, di ritorno da una lunga giornata di lavoro. Sono le ventitré, tutto sommato nemmeno così tardi, ma la città si mostra deserta e d’un tratto si ritrova con la faccia schiacciata a terra da un piede che le tiene ferma la testa. Non riesce a vedere chi sia a infliggerle tutti quei colpi ma quando si rialza, pur frastornata, è felice di essere viva. Almeno, in apparenza le sembra così e non si accorge subito che a rimanere uccisa su quella strada sporca è stata una parte di lei.
Veronica è sempre stata una donna coraggiosa ma, dall’aggressione in poi, un sottofondo di paura inizia ad accompagnare le sue giornate, lasciandola attonita. Continua a provare la terribile sensazione di essere seguita e osservata anche se, in apparenza, attorno a lei non c’è nessuno. Questo nuovo e sconosciuto timore la fa sentire stupida, quasi fosse una visionaria anche se, in effetti, di eventi strani continuano ad accaderne.
Quando incontra Dario, un affascinante fotografo, durante una festa alla quale deve assolutamente partecipare, la sua vita sembra prendere una svolta positiva. I due si piacciono e iniziano una relazione che in principio appare essere un classico rapporto tra due adulti che vogliono solo godersi la vita senza troppi impegni. Poi qualcosa cambia, e lo fa velocemente, tramutando la bellezza di una storia senza vincoli in una melma che si appiccica sull’anima di Veronica, incollandole cuore e sensi. Per quanto ci provi, lei non riesce a scrollarsi di dosso quell’amore tossico, che in realtà amore non è, e preferisce tradire sé stessa affogando dolori e pensieri nell’alcol, piuttosto che affrontare l’amara verità. Come una pallina su un piano inclinato, Veronica scivola senza riuscire a frenare la corsa, diretta verso un vuoto che la vuole cancellare.
Faccio i complimenti all’autrice per il ritmo incalzante che ha saputo donare a questa storia, giocando con una punteggiatura insolita ma dal risultato sorprendente. Veronica potrebbe essere ognuno di noi e molte volte, ne sono certa, abbiamo rischiato di rimanere impantanati in rapporti che non erano nemmeno l’eco sbiadita del sogno che stavamo coltivando. Dario, invece, rappresenta la menzogna utopica con la quale amiamo cullarci quando perdiamo di vista l’importanza dell’amor proprio.
In questo gioco a ostacoli, che la vede arrancare tra un pericolo invisibile e un rapporto tossico, Veronica si dimena in un caos esistenziale che la sta distruggendo. I temi trattati sono purtroppo molto attuali e i giornali pullulano di epiloghi degni della peggior storia indegna. In questo caso, per i due protagonisti principali gli esiti sono contrapposti e spetta a voi il compito di scoprire chi sarà seduto in alto e chi in basso, quando l’altalena della vita deciderà di fermarsi per concedere una tregua.