Il mistero delle ragazze dai grandi occhi. Milo, detective per amore
Il grande ritorno di Milo, detective per amore. Quand’era bambino, sua madre è stata uccisa e nessuno sembrava in grado di trovare il colpevole. Allora lui, spinto dalla lettura dei romanzi gialli che sua madre tanto amava, si trasformò in detective e scoprì quello che era successo. Da allora è passato tanto tempo e Milo, divenuto autore di testi di criminologia, vorrebbe mettersi alle spalle i suoi traumi, ma quando vede una madre disperarsi per la morte di una figlia cui nessuno riesce a dare una risposta convincente, capisce che non potrà ignorare questo dolore e ancora una volta si metterà in cerca della verità.
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Recensione a cura di Dario Brunetti

Gradito ritorno di Giancarlo Vitagliano, autore napoletano che per la casa editrice Homo Scrivens, pubblica il secondo romanzo della serie dedicata a Milo.

Il mistero delle ragazze dai grandi occhi è un giallo che vede protagonista Milo, ormai non è più un bambino, ma un adulto, forse cresciuto in fretta a causa di un dolore che ha un peso notevole che incide nel suo vivere quotidiano, la perdita della sua povera mamma peraltro assassinata.

Milo è ancora alla ricerca disperata della verità, diventa detective per amore proprio per quel fiore che le è stato reciso per sempre.

L’opera precedente di Giancarlo Vitagliano aveva scosso ed emozionato il lettore, era riuscito a costruire grazie al suo protagonista un solido impianto narrativo che favoriva lo sviluppo della trama gialla.

Milo non è più quel bambino che andava in giro con la sua bicicletta rossa, è un ragazzo che lavora come consulente di criminologia spesso in affiancamento al capitano dei carabinieri Giorgio, suo amico e del magistrato Clelia. A rinforzare il trio ci sarà anche Francesca, collaboratrice di Giorgio e che ha un debole per Milo.

Al momento il protagonista non si sente preparato a delle relazioni amorose e le vive con conflittualità, vedendo nella figura femminile e in questo caso di Francesca, un’intrusione di cui al momento ne vuole fare a meno proprio per il suo triste vissuto, e vuole condividere solo ed esclusivamente un rapporto di amicizia. Per l’amore ci sarà tempo? Forse!

L’unico amore di Milo è la spasmodica ricerca della verità, in questo secondo capitolo viene sconvolto dalle urla strazianti di una donna che alla vista di un quadro in galleria che raffigura lo sguardo di una ragazza, rivede soprattutto negli occhi sua figlia, morta suicida.

Ma si tratterà davvero di suicidio come le morti che riguardano le altre ragazze, quegli occhi sembrano davvero appartenere a loro? Vorranno comunicare qualcosa?

Ma chi saprà interpretare quegli sguardi per arrivare a portar alla luce dei casi rimasti insoluti con il passare del tempo?

Serve un lavoro di squadra, ma in particolare l’imprescindibile intuizione di Milo, che si dimostra all’altezza della situazione riuscendo ad andare oltre la singola indagine.

Giancarlo Vitagliano ha creato un personaggio come Milo che ha subito un trauma infantile ma che è capace di scavare nella vita delle persone, infatti intende solo fare un lavoro di consulente scrivendo libri di criminologia e cerca di mettersi al servizio dei suoi amici Giorgio e Clelia, non calpestando loro nelle indagini e mantenendo la sua riservatezza, ma al momento opportuno offre loro quel che è riuscito a percepire dagli eventi delittuosi grazie al suo intuito e alla grande capacità di osservazione. Lavorerà in coppia con Francesca e vedremo se la loro indagine porterà a dei risultati.

Il mistero dalle ragazze dai grandi occhi non è solo un romanzo giallo, ma è un testo introspettivo e psicologico, indaga sulle paure che condizionano le nostre esistenze, in cui l’essere umano può apparire nelle sue fragilità anche in età adulta, perché si porta con sé un dolore imprevisto e così i ricordi dolorosi affiorano non dando tregua e diventando sempre più insistenti.

Solo il tempo diventa arbitro delle nostre vite, come nel caso di Milo, un personaggio sicuramente in divenire che dovrà trovare la forza interiore necessaria per arginare quel triste ricordo che trova dimora dentro di sé.

Un romanzo essenziale che offre molteplici chiavi di lettura, grazie alla sua consistenza e intensità e a quei valori che la storia di Milo sa trasmettere per la sua sensibilità e quel coraggio di un ragazzo che vuole cercare di andare avanti e che trova nella dinamica delittuosa quella ostinata voglia di giustizia.

Per un autore non è facile raccontare una storia attraverso gli occhi di un bambino che poi diventerà adulto, in un percorso di crescita alquanto difficile e complesso, ho apprezzato il suo totale coinvolgimento nel testo peraltro di pregevole fattura e del modo in cui il lettore lo può comprendere e percepire.

Riviviamo le atmosfere di una Napoli misteriosa, il fascino delle opere d’arte in una galleria in cui si contempla una bellezza che risulterà fatale, Vitagliano ci conduce anche grazie a un giallo, in un viaggio emotivo in cui si contemplano le inquietudini dell’animo umano che lo si rispetta per i suoi silenzi che molto spesso sono l’urlo più forte perché è ancorato alle proprie paure.

Dopo cinque anni, l’autore da voce al suo personaggio e non ci resta che essere in ascolto per entrare in contatto con lui per sentirlo nostro e restare affezionati per sempre.

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