Il primo libro di questa serie “I delitti della salina” nel 2020, l’ho letto casualmente, attirata dalla copertina. Leggendo, il personaggio e l’ambientazione mi catturarono subito, una giovane donna che fa la giornalista, agli inizi del 1900 a Cagliari. Per calare l’asso, Francesco Abate, l’autore, da una connotazione particolare alla protagonista Clara Simon, questo il suo nome, è figlia di una donna cinese e di un uomo italiano.
Donna, giovane, mestiere insolito, sangue misto, sarebbero già temi sufficienti per rendermi interessante la lettura. Poi c’è l’indagine, i rapporti personali, non da ultimo la scrittura di Francesco Abate che mi piace molto. Ho letto con molto piacere anche il secondo della serie “Il complotto dei Calafati” (2022) e non mi sono fatta scappare il terzo, “Il misfatto della tonnara” tutti usciti per Einaudi, perché le vicende di Clara Simon e dei personaggi che le ruotano attorno, continuano a piacermi. Il libro affronta temi complessi e profondi, la lotta per l’emancipazione femminile, le tensioni sociali nella Cagliari dei primi anni del 1900 e come sempre anche il razzismo. Clara Simon, la protagonista è una figura forte e determinata e allo stesso tempo fragile. Affronta il razzismo che sente attorno a se, si batte per le cause dei più deboli, perché ne riconosce le difficoltà. Sa che appartenere a una famiglia importante la mette al riparo dalle situazioni peggiori ma continua ad occuparsi degli ultimi. Nel suo lavoro è brava, molto più di tanti suoi colleghi e anche questo non le viene perdonato.
L’aggressione di una maestra, che assieme ad altre donne manifestava in piazza per i diritti delle donne, venendo fortemente contestate da un gruppo di facinorosi, sarà il nucleo dell’indagine di cui Clara si occuperà in questo libro. La richiesta di indagine parte da un nobile, il conte Roberto Cappai Pinna, che da sempre osteggia Clara e che è stato protagonista del libro precedente. Clara accetta ma solo perché pare evidente che il sospettato, cugino del conte, non possa essere l’autore dell’aggressione e quindi il vero colpevole potrebbe colpire ancora. “Io proprio non ce la faccio a reggere anche questa. Però pensare che il vero colpevole possa essere ancora in giro mi fa venire le vertigini” così dice Clara Simon agli amici Ugo Fassberger, collega giornalista e Rodolfo Saporito, capitano dei carabinieri.
Apprezzo lo stile di scrittura di Abate, riesce a tessere la storia di un’indagine intersecandola con tematiche più ampie e offre a chi legge una panoramica approfondita della società dell’epoca. Figura importante delle vicende di Clara è il nonno Ottavio, armatore, uomo equilibrato e all’avanguardia, che sostiene la nipote nelle sue scelte e la aiuta nelle sue indagini, mettendosi a disposizione anche personalmente.
All’interno di questa vicenda, che avrà un epilogo inaspettato, prosegue la storia familiare di Clara che proprio all’inizio del libro sta rientrando da Napoli, dove si era recata per avere notizie del padre, Paolo Francesco, capitano della marina. Purtroppo a Napoli, Clara avrà la conferma che il padre è caduto in battaglia. Assieme al nonno e allo zio, arrivato da Trieste, Clara saluterà con una cerimonia di commiato in mare, il padre, figlio e fratello scomparso. Quella che doveva essere una cerimonia per pochi intimi, famigliare nel senso più ampio del termine, diventerà un omaggio corale, di tante persone, di ceti diversi, che tributeranno di fatto un riconoscimento a Clara e alla sua rettitudine e caparbietà. Sono pagine molto struggenti che danno un senso profondo alla lettura di questo libro.
Da leggere per la protagonista e l’ambientazione.