Recensione a cura di Paola Varalli
Lo devo confessare, all’inizio ero un po’ perplessa, forse perché sono fan di Vani Sarca, la ghostwriter uscita dalla prolifica penna di Alice basso, e qua, invece, mi sono ritrovata catapultata nella Torino degli anni trenta, in pieno regime fascista, insieme a una segretaria davvero sui generis: Anita Bo, giovane dalle rare doti di intuito e intraprendenza, devota al suo capo Sebastiano Satta Ascona (pure troppo) e brillante femminista ante litteram: sua madre la vorrebbe felice e sposata ma lei sembra rifuggire l’idea come la peste.
Delusione? Ebbene no! Mi sono appassionata a questa storia davvero singolare.
A Saturnalia, la rivista in cui lavorano, la minaccia della censura, sempre in agguato, fa sì che vengano usati due pesi e due misure. Da un lato Satta Ascona, capo di Alice, inventa storie politicamente corrette insipide e noiose per non incorrere in sanzioni di regime, ma dall’altro coadiuvato dalla brillante dattilografa, dietro lo pseudonimo di un autore d’oltre oceano, inventa gialli di denuncia sociale; storie in cui, come si suol dire, chi ha orecchie per intendere… intende benissimo. Le vicende raccontate possono essere riportate paro paro nella loro Torino, direttamente in Italia, ben nascoste sotto l’aura statunitense che dà loro una patina di asetticità, ma solo apparente. Divertente sotterfugio inventato per dare scacco al becerismo di regime che vorrebbe tutti gli “italiani brava gente“ omologati a colpi di ramazza mentre nascondono il male sotto il tappeto, insieme alla polvere.
La cifra stilistica di Alice Basso però, nonostante il cambio di scenario, rimane inconfondibile: ironia e scrittura brillante, dialoghi frizzanti e situazioni divertenti al limite del paradosso. Anita, la segretaria che se ne esce con esclamazioni tipo “santa polenta fritta” a un certo punto della narrazione rischia anche di diventare attrice, peccato che il regista muoia insieme ai suoi sogni di gloria. Pazienza! Tocca investigare, scoprire chi lo ha ammazzato, e allora via a intervistare stelle del cinema che hanno perso la luce e attori bellocci che nascondono segreti.
E il finale sarà all’altezza di cotanta dattilografa? Di più non posso rivelare, vi tocca leggerlo.