Il male dentro racconta le vicende di un caso che ha riempito pagine della cronaca nera qualche anno fa: due genitori scomparvero e il figlio che viveva con loro è passato presto da denunciante la scomparsa ad indagato per omicidio e poi reo confesso.
Il libro è scritto come oggi sarebbe scritta la sceneggiatura di un documentario da trasmettere sulle varie piattaforme televisive e ripercorre le tappe che hanno portato dalla denuncia di scomparsa sino alla tragica scoperta dei corpi dei due coniugi. Nel libro sono riportate esperienze dirette dell’autore (di professione giornalista) accadute in quei giorni, supportate da testimonianze, stralci di verbali e deposizioni in tribunali.
Viene dato spazio a varie voci, a tutti i personaggi che loro malgrado sono rimasti coinvolti nella vicenda e alla cronaca degli avvenimenti, cercando di rimanere quanto più possibile fedeli a ciò che è accaduto poiché a livello giuridico questo aspetto si è rivelato di fondamentale importanza. Trattandosi infatti di un processo in cui era noto l’assassino, la strategia difensiva ha incentrato i suoi sforzi nell’istillare il dubbio sulle reali capacità di intendere e di volere dell’imputato nel compiere gli atroci delitti. Il libro lascia spazio ad entrambe le interpretazioni, omicidio premeditato contro vizio di mente, ed è apprezzabile secondo me lo sforzo dell’autore nel cercare di mantenere equa distanza de queste due possibilità.
La lettura del libro è risultata gradevole e interessante, l’Autore ha lasciato spazio alle riflessioni che un caso del genere, al di là della fredda cronaca deli eventi, non può che suscitare.
Sicuramente un libro per stomaci forti visto che non si tratta di fiction ma di un caso realmente accaduto. Un libro che si può consigliare agli appassionati del genere e a chi abbia voglia di approfondire ciò che è accaduto dentro e fuori la mente di un ragazzo problematico che ha scelto, a soli trent’anni, di eliminare fisicamente chi riteneva essere un problema nella sua vita.