Il figliol prodigo
Marco Sarriano è diventato da poco maggiorenne quando, durante un viaggio in Europa, smette di dare sue notizie: l’ultimo messaggio alla madre, Daniela, lo manda da Liegi. Poi di lui si perde ogni traccia, e viene iscritto nel registro delle persone scomparse. Un giorno di due anni dopo Daniela Sarriano riceve una telefonata dalla polizia: Marco è stato ritrovato. È in questura, a Torino, ed è accusato di omicidio. Avrebbe pugnalato a morte un giovane imprenditore, fondatore di una startup di successo: a incastrarlo c’è una telecamera di sorveglianza. Ma perché Marco, che ha sempre vissuto a Napoli, è riapparso a Torino? E perché avrebbe ucciso un uomo che pare non conoscere? Cosa gli è accaduto nei due anni in cui ha lasciato la madre nella disperazione assoluta? L’avvocato Giacomo Meroni, che ha appena accettato la sua difesa, è certo che, al primo colloquio in carcere, tutte quelle domande troveranno una risposta. Ma si sbaglia. Marco non parla, non dice una parola, sembra aver perso la ragione o, come sostiene il pubblico ministero, sembra in grado di simulare bene la follia. E il caso, che all’inizio pareva drammaticamente semplice, diventa un nodo inestricabile. Fino a quando Giacomo, con l’aiuto di sua moglie Rossana e della giovane praticante di studio, non troverà l’esile filo che conduce di nuovo a Liegi, la città di George Simenon, e a una notte maledetta dalla quale nessuno è uscito indenne. Su tutto pesa un tragico dilemma: il figliol prodigo è tornato, ma con le mani sporche di sangue; non era forse meglio che colui che era perduto non venisse ritrovato?
Una difesa impossibile per l’avvocato Meroni

“ GIALLO MONDADORI “ con “ Il figliol prodigo “ scritto a quattro mani da Perissinotto&d’Ettorre, segue il filone interessante e di successo del legal thriller. Un professore universitario ed un avvocato penalista danno vita ad un giallo accattivante. Non poteva mancare l’avvocato,in queste pagine nella figura di Giacomo Meroni, avvocato per caso o per destino. Un avvocato che ha nella moglie, Rossana, una validissima spalla investigativa. Rossana il cui essere finita in sedia a rotelle grazie ad un investimento, probabilmente ad opera di un carabiniere, rompe l’equilibrio psichico dell’avvocato, un investimento che non può che essere una questione aperta. P&d’E ci descrivono anche il mondo del carcere, un  mondo fatto di ferro e cemento. Giacomo che si trova in difficoltà, nell’affrontare questo caso,perché  difendere un accusato che è ammutolito non è cosa semplice, immettendo di conseguenza una linea difensiva fatta di forse e di dubbi che si susseguono. Un accusato, Marco,la cui capacità di intendere e volere è messa, proprio per questo, in discussione.  Giacomo che si divide in due tra lo sbrogliare la matassa inestricabile del silenzio di Marco e la ricerca dell’ automobilista che ha investito la moglie. Automobilista che, pagina dopo pagina, non è altro che un carabiniere divenuto faccendiere, congedato con disonore, un facente tramite per far sì che in carcere possa entrare di tutto, dalla droga ai telefonini, alle armi bianche. Cosa scopriamo nei meandri dei cavilli della legalità? La vittimologia. Vittimologia cioè lo studio dei rapporti tra la vittima e l’autore del reato, ed il silenzio da stress post traumatico. Resta comunque nelle mani di Giacomo,che non crede al colpevole ideale, che non sopporta l’odore della morte e che per rapportarsi con la solitudine e raccogliere i pensieri si mette a guardare lo scorrere del Po, la questione relativa a Marco, perso e poi ritrovato. Ma non solo a Giacomo, anche la madre di Marco è dibattuta tra un figlio dato per morto ed invece ritrovato ma perso in mondo tutto suo, un dibattersi che non può che tormentarla, facendole porre innumerevoli domande su quanto ha fatto o meno rispetto all’essere madre. L’avvocato Giacomo, la madre di Marco e Torino. Torino con gli agnolotti ripieni con sugo d’arrosto ed i tomini con le acciughe, con le “ riqualificazioni urbane “ che vedono lo spaccio e l’abbandono fare da padrone ai Murazzi, un tempo alternativi. Molti i riferimenti che ci vengono posti in lettura, e certo non solo quelli gastronomici, come ad esempio si va da Gabriel Garcia Marquez, Cesare Pavese, Simenon, Don Winslow  e lo smemorato di Collegno. Un legal thriller dai forti connotati psicologici ben riuscito, non possiamo negare che l’apporto di un avvocato penalista è stato sicuramente determinante, cosa che speriamo si ripeta in futuro.

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